Un giovane Gennaro Gattuso folgorò Ariedo Braida ne 1999. Giocava nella Salernitana, veniva dalla Calabria e si era formato in Scozia con la maglia dei Glasgow Rangers. In quel ragazzo, l’allora dirigente del Milan, aveva visto qualcosa di speciale:
Si aspettava che potesse avere questo percorso dopo aver smesso di giocare? «Parliamo di un ragazzo che viene dalla cultura del calcio».
Questo cosa vuol dire? «Come allenatore ha già dimostrato di valere».
E ora? «Deve perfezionarsi e confermarsi e io gli auguro di riuscirci perché è un ragazzo che merita ogni soddisfazione».
Ecco, che ragazzo è? «Di cuore. Ma non solo. Sono l’artefice del suo trasferimento al Milan, ho creduto molto in lui. Ecco perché so che Rino è un ragazzo generoso e anche un leader. Quando giocava era un trascinatore. Ha delle qualità umane non comuni».
Cosa intende? «Come persona è molto sensibile, rispetta gli altri perché sa apprezzare il lavoro. In un mondo sempre più confuso, dove il dio denaro impera su ogni cosa e diventa padrone, ecco, lui si distingue dalla massa. Si può essere bravi nel proprio lavoro ed essere artista senza dover badare per forza ai soldi. Rino è così: ha delle grandi qualità umane».
Cosa si aspetta da lui come allenatore del Napoli? «Una cosa è certa: ce la metterà tutta e anche di più. Perché questo fa parte del suo Dna. Quando è arrivato al Milan dicevano che non era da Milan. Poi ci ha giocato 13 anni. A parlare nel calcio è facilissimo ma fare le cose è più complicato. Tutti possiamo sbagliare ma poi ci sono quelli che dimostrano di avere qualità. Io poi l’ho preso da calciatore e lo amavo per il suo modo di essere in campo. Come allenatore ha esperienza e penso sia maturato. Dal punto di vista degli obiettivi sono convito che riuscirà ad ottenere quelli che si è prefissato».
All’interno dello spogliatoio cosa porta uno come lui? «Quando era calciatore, li ha condivisi con grandi campioni e sa portare umiltà e saggezza perché è un ragazzo meraviglioso».
La sua qualità migliore? «Rino è una persona sensibile e sorprendente. Vuole sempre apprendere perché è umile. Non ha la puzza sotto al naso. E questo gli giova molto anche nei rapporti umani. In un mondo dove tutti hanno qualcosa da insegnare lui è diverso. E lui davvero nel campo calcistico potrebbe fare dottrina».
A proposito di rapporti umani: può essere il gancio giusto per portare anche Ibrahimovic al Napoli? «Ha una personalità forte e gode del rispetto da parte di molti grandi del mondo del calcio per il suo passato importante. In più, si presenta con un curriculum pieno di successi. Diciamo che sa come si tratta con i grandi campioni perché ha vissuto momenti eccezionali nei quali ha dato un grande contributo».
Lei conosce anche Ancelotti e il rapporto che ha con Gattuso: come pensa che Rino abbia gestito questo suo arrivo al Napoli? «A volte il destino può essere crudele. Ancelotti è un amico così come lo è anche Rino. Conoscendo Carlo, che è una persona saggia e intelligente, sono certo che gli avrà fatto il suo in bocca al lupo per i successi migliori. Lui lo ha guidato come calciatore e sa che Gattuso è un ragazzo rispettoso».
Fonte: Il Mattino