C’è un contratto, ed è quello federale, e poi a corredo c’è la scrittura privata: è un faldone, insomma, che il Napoli arricchisce con vincoli particolari, in genere inserite in altre dodici pagine, che servono per regolamentare il rapporto con gli allenatori. L’accordo di Carlo Ancelotti con De Laurentiis ha una serie di voci “solite” già note: 4 milioni d’ingaggio, i premi (500 mila per scudetto; 150 mila per la qualificazione in Champions; 200 mila per l’accesso agli ottavi; 1 milione in caso di vittoria). Poi, c’è la clausola di recessione, esercitabile sino al 31 maggio con una penale di 500 mila. E poi c’è dell’altro, svelato ieri da “Il Fatto quotidiano” sull’organizzazione («i ritiri pre-partita, che dovranno essere oggetto di condivisione e in caso di disaccordo, la società potrà legittimamente disattendere la volontà dell’allenatore».); e ce ne sono anche di insoliti: per esempio, «custodire con diligenza gli indumenti forniti dal club e rifonderne il valore se smarriti o deteriorati per colpa sua»; o anche – capitolo dedicato ad eventuali iniziative commerciali – di concedere «al club il diritto di accedere alle piattaforme social dell’allenatore, inserendo comunicazione anche a nome dell’allenatore».
La Redazione