L’allenatore Rino Marchesi, ex di Napoli e Udinese, è intervenuto in diretta a “Donne nel Pallone”, programma di Sonia Sodano in onda su Julie Italia (canale 19 del digitale terrestre).
“Sono stato il primo a mandare Maradona in ritiro? Sì, me lo ricordo bene, Maradona reagì benissimo. Era un periodo di assestamento per il Napoli, la squadra cominciava a ricostruirsi dopo aver rischiato la retrocessione. Per questo motivo, la società decise di fare una settimana di ritiro e da lì siamo ripartiti meglio. Il famoso ritiro di Vietri, si dice che la nascita del “Napoli vincente” sia partita da lì. I motivi sono due: prima cosa, ci siamo chiariti tutti e poi abbiamo recuperato giocatori che per infortunio o squalifiche non erano riusciti a contribuire. Da lì, poi, è partita la risalita, tant’è che siamo diventati la squadra che, nel girone di ritorno, ha totalizzato più punti di tutti.”
“Se c’è speranza per questo Napoli? Attualmente è una squadra che può giocare tranquillamente con tutti, basti vedere la partita di Champions contro il Liverpool. In campionato, per ora, non è riuscito ad avere una continuità di gioco, ma c’è ancora tempo. Penso che la squadra possa finire bene e affrontare la Champions con grandi possibilità, anche se non arriva alle vette della classifica.”
“Non credo, che la differenza che si nota tra Campionato e Champion sia dovuta al modulo. In Europa le possibilità sono aperte a tutti, Napoli compreso, in campionato ho visto partite in cui la squadra ha buttato al vento tante occasioni, match in cui potevano vincere e, invece, subivano il contraccolpo degli avversari. Situazioni da analizzare bene con tutta la rosa della squadra, soprattutto in centrocampo e nella difesa. E’ per questo è il ritiro è importante in questo momento.”
“Udinese-Napoli? Sabato si sfidano due squadre che hanno bisogno di fare punti, l’Udinese ha fatto alcune partite in cui sembrava molto quadrata e schierata bene in difesa, altre , invece, in cui ha sbagliato tutto. Il Napoli è una squadra che propone gioco sempre e comunque ma, alle volte, lascia scoperta la difesa. Koulibaly, per esempio, esce troppo spesso dalla sua zona lasciando scoperti dei corridoi importanti per gli avversari.”
Nel 1986 è succeduto a Trapattoni in una Juventus che ha vinto tutto, differenze rispetto alla Juve di Sarri? “Le differenze sono notevoli: la Juventus che ho preso io era alla fine di un ciclo, per Platini era l’ultimo anno di gioco, ha fatto solo due gol ininfluenti, aveva problemi di sciatalgia e pubalgia. Nonostante tutto, siamo arrivati secondi in campionato. E poi il ciclo era finito, alcuni calciatori sono andati via, altri hanno terminato la carriera. La squadra di Sarri, invece, è tutta un’altra cosa, anzi, le due squadre perchè ne ha due in una.”