Dell’Uomo: “Ancelotti si è fissato da un anno e mezzo col 4-4-2”

 Il giornalista e Direttore di football Station, Simone Dell’Uomo, è stato ospite nella trasmissione del martedì condotta da Max Viggiani. Di seguito il suo intervento in studio.

Caos Brescia: Grosso per Corini, che ritorna sulla panchina delle rondinelle

E’ un caos voluto fortemente dal Patron Cellino. Questa è una squadra di Eugenio Corini, da lui così costruita e plasmata per la Serie A. Un vecchio tecnico del Tottenham, Villas Boas, sosteneva come talvolta gli allenatori siano vittime dei propri successi. Se Corini non avesse centrato la Serie A l’anno scorso avrebbe ancora la sua panchina. E’ stato mandato via nonostante il Brescia abbia ottenuto diversi punti. Esprimendo anche un buon calcio durante le prime giornate di campionato. Quando non arrivano i punti la fiducia è molto determinante. E’ arrivato qualche passo falso e Cellino ha ritenuto opportuno cambiare strada. Secondo me voleva Cesare Prandelli e non è riuscito ad ottenerlo.

Ha tentato Grosso per cambiare le carte in tavola e ridare un minimo di brio. Invece 3 partite e zero punti, zero goal fatti e dieci subiti. E’ vero che ha giocato contro Torino ed Atalanta ma il Brescia ne è uscito veramente a pezzi. Quindi richiamare Corini anche per volontà della piazza, perché sappiamo che gli ultras a Brescia si fanno sentire, è la scelta migliore”.

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Il problema è stato lasciar partire Kompany forse troppo presto e a non rinnovargli il contratto. Perché nella fase finale della scorsa stagione è stato determinante. La mia idea è che Kompany andava avanti bene per qualche altro anno. E’ uno che nello spogliatoio conta parecchio, è stato lì anche con Pellegrini e Mancini. Stones è più mediano davanti alla difesa e Laporte è più un terzino sinistro. Manca la figura di un difensore centrale”.

Il gruppo era assolutamente dalla parte di Pochettino. Dopo 5 anni la sconfitta in finale di Champions è stata la fine di un ciclo. A Roma si dice che quando sei arrivato in cima puoi solo scendere”. 

La crisi del Napoli: Mertens e Ancelotti

Dries Mertens fa parte di un sistema di gioco e di una postazione in campo che deve andare a fare goal. Mertens, Llorente e Lozano sono quelli che devono andare a convertire la manovra. Il Napoli, tra i tanti problemi, ne ha anche uno di natura tattica. Perché Ancelotti si è fissato da un anno e mezzo con un 4-4-2 che strozza alcune caratteristiche di diversi elementi della rosa. Ad esempio Insigne, che deve giocare a tutta fascia, a 4 è più complicato. Il Napoli vanta a centrocampo 3 delle 10 mezzali più importanti del calcio italiano. Allan, Zielinski e Fabian Ruiz sono tutti elementi perfetti per un centrocampo a 3. Manca un vertice basso e loro giocano a due, devono difendere troppo e gli togli dei goal.

Mertens, Llorente, Lozano e Milik sono quelli che dovrebbero tramutare in goal. Se leggiamo le statistiche sono solo gli attaccanti che fanno goal. Mancano i goal dei difensori e dei centrocampisti. Mertens deve fare la differenza perché purtroppo il contesto tattico non funziona in questo momento. Non credo che il discorso sia solo riferito a Mertens ma credo che sia generale.

Purtroppo in questi casi paga sempre l’allenatore. Dico purtroppo perché sono un estimatore di Carlo Ancelotti e dei suoi metodi. Fa parte dell’Eden del calcio internazionale. Mi sarei aspettato di più da Ancelotti in questo momento qui. Quando il 5 novembre l’ammutinamento che fa il giro delle TV nazionali ed internazionali non puoi andare in ritiro e stare in silenzio. Se ci sono frizioni tra squadra e società e sei un tecnico di caratura internazionale come Ancelotti devi importi”. 

Le responsabilità del Presidente

Secondo me questa estate è mancato lo zampino vincente di De Laurentiis, che sarebbe andato a prendere Pepé perché sapeva benissimo che per i bilanci avrebbe potuto rivenderlo negli anni successivi. Ma Ancelotti aveva chiesto James. Per collegare centrocampo e attacco, e Icardi. Non vedo una squadra migliore del Napoli per Icardi in Serie A, perché ha fatto 25 goal nell’Inter in grandi difficoltà. Figuratevi a Napoli con Insigne, Callejon, Mertens: tutti che gli appoggiano il pallone. Lui che non è bravo a far salire la squadra ma che è devastante, letale negli ultimi 7-8 metri, segna in tutte le maniere. Quello sarebbe stato il matrimonio perfetto e il Napoli con Icardi avrebbe ridotto sicuramente il gap con la Juventus al primo anno di Sarri”.

Pesa tanto l’assenza di Reina, Albiol e Hamsik nello spogliatoio. La prestazione buona a Liverpool, che doveva segnare il punto di partenza. Secondo le malelingue si spiega col fatto che il Napoli, non avendo gioco, doveva soltanto andare a Liverpool a difendere. Mentre con il Bologna, che devi dominare e domare l’avversario, hai steccato”.

Il post Ancelotti: Simone Dell’Uomo parla dei possibili candidati

Bisogna aspettare che il ciclo finisca. Gattuso è perfetto perché con quel materiale lì, senza esprimere chissà che cosa, ti tira fuori il meglio. Ha fatto 68 punti con lo stesso Milan di quest’anno. Per aprire un nuovo ciclo ci sono nomi molto interessanti. E’ tornato libero Pochettino, argentino che sarebbe perfetto per il Napoli. Ma se dovesse fallire l’arrivo nelle prime quattro probabilmente l’anno prossimo partirà con i giovani”.

Fonte: Casa Serie A (Casa Napoli.net)

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