Paolo Pacchioni, caporedattore della radio RTL 102.5, è intervenuto a Casanapoli Tv, parlando di diversi argomenti.
Il pallone d’oro vinto da Messi, ennesimo trionfo dell’argentino, sei d’accordo con la giuria che ha votato per la “Pulce”?
“Io credo che un premio assegnato a Messi non si può mettere in discussione, dato che il valore assoluto del giocatore è indiscutibile. Bisogna chiarire un equivoco: il pallone d’oro non premia una carriera o il valore assoluto di un giocatore, ma premia il rendimento del giocatore nell’arco di un anno solare.
Messi ha fatto una buona stagione, ha segnato una quarantina di gol, ha vinto la Liga con il Barcellona, ma non ha fatto nulla di particolarmente straordinario in questa stagione, così come non lo ha fatto neanche Cristiano Ronaldo: per me, quest’anno, sarebbe stato opportuno premiare la cavalcata del Liverpool in Champions l’anno scorso.
Poi si può discutere se dare il premio a Salah piuttosto che a Van Dijk o ad Allison che, in certe circostanze, è stato decisivo quanto, e forse più dei suoi compagni.
Dare il premio a Messi o a Cristiano Ronaldo è un esercizio di pigrizia di chi, magari, non ha seguito tantissimo e vota Messi convinto di non sbagliare. Paragonabile ad una persona che va al cinema e deve votare per un attore: vota Robert De Niro sicuro di non sbagliare, anche se magari, quell’anno De Niro ha fatto un brutto film.”
Nell’Inter si allunga la lista degli infortunati. Qual’è la situazione? Come vedi l’arrivo di Conte sulla panchina dei nerazzurri? Ha portato qualcosa in più? Che mezzi mancano a questa Inter per competere con la Juve?
“Oggi Gagliardini si è aggiunto alla lista infortunati. Conte ha la capacità di far rendere i giocatori al di là del proprio valore. Conte è uno che prende un giocatore dal valore normale e gli fa avere un grandissimo rendimento perché entra nella testa e lavora tantissimo sulla testa dei giocatori. Io l’ho visto anche da vicino, in particolare agli Europei in Francia nel 2016. Gli allenamenti programmati che dovevano avere durata di un’ora/ora e mezza, finivano per durare due ore/ due ore e mezza.
Lui rimaneva lì fino a quando l’esercizio non veniva provato ed eseguito in maniera perfetta. Un grandissimo nel dare la carica ai suoi giocatori: l’Inter ne sta beneficiando, sta facendo una bella stagione, una stagione alla Conte. Poi dall’altro lato c’è una Juve che non è “sarriana”: Sarri non ha saputo imprimere la sua firma. In questa fase la Juve sembra in difficoltà, non è brillantissima, ma le due squadre se la giocano, sono lì attaccate.
La differenza verrà fuori nel lungo periodo: la Juve ha una panchina che è una panchina di titolari. Le due squadre stanno viaggiando di pari passo, ma a diverse velocità: l’Inter, attualmente, è a manetta, mentre la Juve, volendo, ha ancora un po’ di gas. Io credo che alla lunga sia destinata a venire fuori la maggior quantità e qualità della Juventus. Anche se Conte è un osso duro: se è davanti non concede facilmente strada.
Var, regolamento e protocollo: una bufera di polemiche per le varie interpretazioni, anche nel caso di episodi simili, tu cosa pensi a riguardo?
“Faccio l’esempio di Atalanta-Juve, dove il gol dei bianconeri nasce da un’azione viziata da un tocco di braccio di Cuadrado: lì l’azione riparte. La spiegazione è che: Rocchi non vede perché ostacolato, gli altri hanno visto ma è cambiato il possesso palla e non c’è possibilità di intervenire. Non sarebbe il caso di ridurre i vincoli del protocollo?”
“In Slavia Praga-Inter succede la stessa cosa: non viene assegnato il rigore allo Slavia Praga, l’Inter riparte e va a segnare. Passi da un possibile rigore al 2-0. Lì hanno protestato, hanno detto “lì non è calcio”, sono tornati indietro.”
Guardiola ha dichiarato di voler superare col materiale che ha a disposizione una “piccola crisi” di passaggio. Il City ha una grandissima squadra e un grandissimo potenziale eppure non sembra brillare. Qual’è la situazione?
“Il City è una squadra che ha un grandissimo potenziale oltre che un grande allenatore. Ha anche un grande gioco. Io ho visto dal vivo Manchester City-Atalanta e vi posso dire che ci sono stati dei picchi di qualità della squadra di Guardiola. Vedendo giocare il City, ti domandi come mai a livello internazionale non abbia vinto nulla. Però, quest’ anno, ci sono stati diversi passaggi a vuoto, diverse battute d’arresto ed è mancata continuità. Guardiola, però, fa bene a non creare alibi ai suoi giocatori, dando a loro l’onere del riscatto.
Li sprona, fa capire loro che sono grandi giocatori e hanno la possibilità di trovare le motivazioni giuste, per “risalire”. Lui fa bene a dire così, ma ha anche una rosa adeguata, se avesse difficoltà a mettere insieme 11 buoni giocatori, è chiaro che farebbe bene a chiedere altri giocatori, come fanno molti suoi colleghi.”
Cambio di allenatore in corsa, a volte è un segnale positivo, altre volte non lo è. Come vedi l’arrivo di Mourinho sulla panchina del Tottenham che ha esonerato l’argentino Mauricio Pochettino?
“Si vedono, talvolta, le scosse positive date dai nuovi allenatori. Chiaramente bisogna fare valutazioni sul lungo periodo, perché, solitamente, appena si cambia l’allenatore, anche sulle ali dell’entusiasmo, arrivano i risultati.
Anche il Brescia ha giovato dell’arrivo di Grosso (ride, ndr): a parte di scherzi, solitamente una reazione positiva c’è, ma bisogna fare la valutazione sul lungo periodo.
Mourinho avrà anche i suoi difetti, dialetticamente parlando, e lo ha dimostrato, una volta di più quando gli hanno chiesto se il Tottenham avesse le scorie della sconfitta in finale di Champions e lui ha risposto di non aver mai perso una finale. Da questo punto di vista è il più grande di tutti.”
Parlando del Napoli, come vedi la posizione di Ancelotti? Il tecnico azzurro è in bilico? Come ha reagito all’ammutinamento dei suoi calciatori?
“Secondo me Ancelotti è deluso dalla risposta dei suoi giocatori perché lui inizialmente li ha appoggiati. In conferenza stampa ha detto di essere personalmente in disaccordo con il presidente De Laurentiis sull’ipotesi di ritiro.
Lui lì ha preso una posizione importante, però si aspettava una reazione diversa da parte dei suoi giocatori. Si può fare l’ammutinamento e arrivare al muro contro muro, ma quando si scende in campo, bisogna dimostrare alla società che sbagliava a chiedere e volere il ritiro.
Devi dimostrare al pubblico che sbagliava a fischiarti, perché devi dimostrare qualcosa, devi dire “Adesso ti faccio vedere io”. In realtà il Napoli, da quando, si è acceso questo caos, questo ammutinamento, dal 5 novembre, a parte la gara contro il Liverpool non ha fatto vedere grandi risposte.
Per altro la bella partita di Liverpool ti fa anche più rabbia, perché viene da dire che quando la squadra vuole è capace di tirare fuori grandi prestazioni. Perché non c’è lo stesso atteggiamento sempre? Anche in un San Paolo semivuoto, freddo, tendente a fischiare. Personalmente ero sia a Liverpool che al San Paolo, quindi ho toccato con mano le diverse prestazioni.
Chiaramente uno stadio come Anfield ti esalta; è chiaro che una vetrina come la Champions è utile e vantaggiosa per alcuni giocatori che sanno che tra qualche mese saranno sul mercato.
Ma se sei un professionista, ti devi comportare da tale: anche in una partita del modesto campionato italiano, in uno stadio semivuoto, contro un avversario non blasonato. Se approcci la partita in maniera molle, poi succede che il Bologna vince a Napoli.”
Callejon rappresenta un problema di questo Napoli? Ha giocato, fino ad ora, praticamente sempre con i diversi allenatori. Cosa è successo con Ancelotti?
” Il problema con Callejon è adesso. Bisogna capire se Callejon è ancora determinante per questa squadra: a giudicare dalle scelte di Ancelotti, nelle ultime due partite, la risposta è negativa. Chiaramente all’allenatore sono concesse opportunità di valutazione che noi non abbiamo. Noi non siamo sul campo tutti i giorni per vedere uno come si allena, come lavora e come sta.
Non credo che Ancelotti sia sucida e che in un momento di difficoltà lasci fuori uno che gli può cambiare in positivo la partita.
A meno che non ci sia un discorso di frattura tra giocatore e allenatore, perché qualche spiffero di qualche giocatore non troppo contento del lavoro dell’allenatore, comunque esce, allora a quel punto potrebbe profilarsi una decisione non di carattere tecnico ma disciplinare. Difficile da interpretare come situazione. Io sono dell’idea che Ancelotti in una prima fase, sia stato troppo morbido: lui non ha il carattere di Conte.
Lui è fatto così, ma in certe situazioni è stato un vantaggio. Infatti ha saputo reggere pressioni che altri allenatori non avrebbero saputo reggere, come nel caso delle famose invettive di Berlusconi che voleva per forza il Milan con le due punte; come nel caso di gestire uno spogliatoio come quello del Real Madrid.
E’ vero che ti offre l’opportunità di vincere quasi per inerzia la Champions League, però è anche vero che hai da gestire una serie di campioni, di dive e aziende che non è facile gestire.
La figura perfetta non esiste, ma dal punto di vista motivazionale, non ha trasmesso al Napoli, in questi giorni, una grande carica. Anche se le dichiarazioni post partita dopo la sconfitta contro il Bologna sono state dichiarazioni dal tono pacato, come sua consuetudine, ma dal contenuto forte perché si dissocia in modo netto da parte dei giocatori.”
Altre squadre hanno cambiato allenatore, il Napoli partiva con il vantaggio della continuità, eppure sta avendo grosse difficoltà quest’anno. Come mai? Quali possono essere, guardando la classifica, gli obiettivi stagionali?
“Sono d’accordo con Dell’Uomo. Carlo Ancelotti ha difettato un pò, in questa circostanza. Probabilmente non ha più le motivazioni di un tempo. Probabilmente, dopo un anno e mezzo, ha capito che quella che poteva essere una grande storia con il Napoli non è destinata a decollare. L’anno scorso, quello che doveva essere, il primo anno, quello di reciproca conoscenza, di fatto in questo periodo, la Juve era già lontana.
Questa stagione doveva essere quella della consacrazione: avevi il vantaggio rispetto alla Juve che aveva cambiato allenatore, l’Inter aveva cambiato allenatore e la Roma aveva cambiato allenatore. Il Napoli era la squadra che doveva puntare sulla continuità della gestione tecnica e poteva ricavarne un vantaggio da questo. In realtà sta vivendo una stagione molto difficile. Probabilmente c’è una reciproca delusione: Ancelotti è deluso dal Napoli, il Napoli è deluso da Ancelotti. In sostanza la stagione è quella che è e Ancelotti va tra i bocciati.”
“Un nuovo inizio poteva essere il bel pareggio di Anfield contro il Liverpool, però poi dopo bisognava dare continuità facendo bene contro il Bologna ed è stato fatto, però, un passo indietro. La partita contro l’Udinese non si può sbagliare: i friulani, tra l’altro, devono guardare con attenzione la classifica. Non sarà una partita semplice e scontata.
Ottenere almeno un pareggio contro il Genk non dovrebbe essere un’impresa da far tremare i polsi, dovrebbe, anzi, essere alla portata del Napoli. Spero, per il bene degli azzurri, che ci sia una sorta di tregua nei rapporti che si sono complicati. Arrivare agli ottavi di Champions sarebbe, comunque, un traguardo importante per il prestigio e per le casse della società.
Anche perché tirare i remi in barca a dicembre è fuori discussione: è troppo presto. Capisco una squadra in difficoltà, con l’allenatore che sa che l’anno prossimo non ci sarà più, molti giocatori sanno di dover partire, obiettivi che non sono raggiungibili più, decidi di tirare i remi in barca ma se fosse Aprile perché non ci sarebbe più tempo. Adesso è veramente troppo presto.
Anche perché, è pur vero che il Napoli è ad otto punti di distanza dal quarto posto, ma è anche vero che siamo ad inizio dicembre. C’è tutto il tempo, ed il Napoli ha tutte le carte in regola, volendo, per poter risalire la china. Bisogna muoversi! La situazione è recuperabile sia in campionato che in Champions. Ripeto: arrivare agli ottavi è un traguardo importante.”
Il Napoli può recuperare il gap con l’Inter che è al comando della classifica?
“No. 17 punti dalla vetta non sono recuperabili, ma gli otto punti di distanza dalla Roma e dal Cagliari sono recuperabilissimi, ma bisogna darsi una mossa!”
In che modo si potrebbe dare una smossa all’ambiente? Facendo ipotesi di “Fantacalcio” Ibrahimovic e Gattuso sarebbero gli innesti ideali per dare una svolta?
“Allora Ibrahimovic, sicuramente, sarebbe in grado di elevare, dal punto di vista tecnico e fisico, l’entusiasmo dei tifosi perché è uno che ovunque è andato ha saputo trascinare la squadra. Ibra è uno che vince le partite da solo: questo sarebbe sicuramente importante.
Per quanto riguarda Gattuso, dico che Ancelotti è un allenatore di più vasto spessore e di più lungo e ricco curriculum. Però in questa fase al Napoli serve un allenatore che dia una scossa e infonda nella squadra quella voglia di “mangiare l’erba” e Gattuso, da questo punto di vista, potrebbe essere la figura adatta.
Ha dimostrato di essere non soltanto grintoso ma anche capace. Essenzialmente è uno che è capace di motivare la squadra. Con il Milan, con la stessa squadra di quest’anno, anzi con due elementi in meno, l’anno scorso è arrivato ad un soffio dalla Champions League.
Se D’Ambrosio non compie il salvataggio sulla linea in Inter-Empoli, allora il Milan arriva in Champions. Ed è la stessa squadra che, oggettivamente, quest’anno sta arrancando: prima con Gianpaolo e poi con Pioli.
Vuol dire che qualche merito, il Gattuso allenatore, ce l’aveva. Se dovesse naufragare l’esperienza di Ancelotti, Gattuso potrebbe essere l’uomo giusto. Non credo che il Napoli, arrivati a questo punto, abbia interesse a fare il ribaltone. Non fosse altro che per una questione meramente economica.”
De Laurentiis ha avuto il pugno duro con i suoi giocatori, in conseguenza dell’ammutinamento, quali potrebbero essere le conseguenze?
“Il Presidente De Laurentiis, paradossalmente, potrebbe incassare i soldi delle multe ma non quelli dalla UEFA per l’accesso in Champions League. Io capisco che De Laurentiis abbia voluto tenere il pugno duro coi suoi giocatori, però, forse, ha portato lo scontro ad un livello troppo alto di tensione e rischia di rimanerne vittima.
C’è un muro contro muro generale. Si crea la spaccatura tra quelli che già sanno che se ne vanno e quelli che avrebbero tutto l’interesse a stare in un Napoli vincente che va in Champions anche l’anno prossimo: penso a Meret, Di Lorenzo e qualcun altro.
Personalmente penso che De Laurentiis abbia fatto bene a strigliare la squadra, ma dico anche che forse si è spinto troppo oltre. Se si arriva ad un punto di non ritorno e si arriva allo scontro totale, con ognuno che bada ai fatti propri, il rischio è che perdano tutti.“
Ancelotti ha scelto come vice il figlio Davide: questa situazione ha creato qualche malumore all’interno dello spogliatoio. Come si potrebbe superare questa situazione?
“Non ti puoi sfogare con il vice allenatore perché è il figlio dell’allenatore, non ti puoi sfogare sull’allenatore perché è suo padre. La situazione è stata motivo di tensione e ha creato qualche malumore. Anche perché se vinci e tutto fila liscio allora tutti accettano tutto. Alle prime difficoltà, anche questa situazione diventa un appiglio. Se fossi in Ancelotti e se volessi aiutare veramente mio figlio, cercherei di allontanarlo dalla mia figura. Se ti chiami Ancelotti e vuoi, tra mille virgolette, raccomandare tuo figlio, una società che lo prende e gli fa fare esperienza la trovi. Fallo andare altrove, fallo camminare con le sue gambe, allontanalo dalla sua figura, altrimenti sarà sempre il “figlio di…”
Fonte: Casanapoli.Net