Al San Paolo si respira un’aria surreale. I tifosi, speranzosi dopo Liverpool, scortano il pullman fino allo stadio. Messaggio di pace, senza dubbio. Dentro, le curve sono mezze vuote, molti sono rimasti fuori in segno di protesta verso il decreto sicurezza. Durante il riscaldamento e all’ingresso in campo delle squadre sembra che la freddezza dei tifosi nei confronti dei giocatori sia svanita. Piovono applausi un po’ per tutti gli azzurri, senza alcuna distinzione. Da una azione personale di Insigne nasce il gol del vantaggio firmato da Llorente, ma tutto accade nel surreale clima di uno stadio nel quale praticamente non tifa nessuno. Il Napoli in vantaggio riaccende (seppur in minima parte) la spinta da parte del San Paolo, ma il gol del 2-1 del Bologna è il punto di non ritorno. Da quel momento in poi dalle tribune del San Paolo vengono giù solo fischi. Per tutti. Stavolta c’è veramente il gelo. Il fischio finale è lo spunto per la bolgia di fischi che paralizza i giocatori a centrocampo. Non si muovono da lì. Fischi impietosi per numeri impietosi. Peggio di oggi solo nel 2007-08, stagione d’esordio in A per la squadra di De Laurentiis con 18 punti fatti e Napoli al nono posto in classifica. La freddezza del San Paolo è diventata una logica conseguenza di quanto visto in campo.
Il Mattino