Così l’opinione di Ciccio Marolda sul Corriere dello Sport:
“E ora, per favore, chiudete scusa ai “gufi”. Che c’entrano, poveretti, con questa disgraziata e anche ingiusta sconfitta col Bologna? Sì, poveretti. Offesi. Ingiuriati, vilipesi ed oltraggiati. Non avessero cose più serie a cui pensare – la loro non è razza in estinzione, è vero, ma
Già, tutto potevano immaginare i poveri “gufi”, tranne che a Napoli, appena chiuso il match di Liverpool, in nome e per conto loro, si scatenasse una disputa, come dire: paraculturale e similreligiosa. Da una parte, diciamo così, gli “infedeli”, dall’altra i “cristiani”. Da una parte chi sostiene che i “gufi” sono portatori di sciagure e malaugurio e dall’altra, la maggioranza, che invece sorride alla vita e un gufo od un gufetto se lo tiene attaccato al portachiavi o sulla scrivania perché pensa che porti solo bene. Che sia buon consigliere come l’Anacleto di Mago Merlino o l’Edwige di Harry Potter. Quest’ultima in verità era una civetta, ma ugualmente simbolo di fortuna, saggezza e conoscenza.
Abbasso gli “infedeli” e viva i gufi, allora. Perché loro non c’entrano proprio niente con
Ma ce ne sarà solo se la gente avrà pazienza. Quei fischi legittimi eppure ingenerosi, non l’aiutano, è sicuro. Vero, il Napoli non ha giocato bene ed è scomparso nel secondo tempo, ma come sarebbe stato bello se il San Paolo avesse capito e avesse condiviso l’amarezza della squadra che proprio adesso non può essere fischiata e abbandonata“. Fonte: CdS