In vista di Napoli-Bologna appuntamento doppio per la rubrica “l’altra campana”. Dopo Fabian Valtolina, la redazione di CasaNapoli.net ha intervistato un altro ex calciatore rossoblu, Nico Pulzetti.
Pulzetti vanta oltre 400 presenze tra i professionisti in tutte le categorie. Con un passato tra Verona e Livorno, il Bologna è stata la sua ultima squadra in Serie A prima di andare a giocare in categorie minori. Oggi milita nel San Donà, compagine di Eccellenza veneta.
Napoli-Bologna si preannuncia una partita interessante. Come ci arrivano le due squadre?
“Sappiamo le difficoltà che stanno affrontando tutte e due le squadre. Soprattutto il Napoli dopo i pareggi contro il Milan e contro il Liverpool . Giocare ad Anfield non è facile per nessuno e il Napoli ha portato a casa un ottimo punto, nonostante sia andato in vantaggio. Il Liverpool è la squadra da battere in questo momento, prima in classifica in Premier che forse oggi è il campionato più difficile d’Europa. Quindi parliamo di una squadra che in Europa è campione in carica. Il Napoli in 2 partite ha portato a casa 4 punti, quindi vuol dire che forza ne ha e ne ha tanta. Questo deve dar modo di essere fiduciosi. Le difficoltà possono capitare a tutti, a tutti possono capitare dei momenti particolari nel calcio.
Forse, parlando del Napoli, questa può essere la partita della svolta. Tutti speravano che fosse quella con il Milan ma non è stato così. Adesso viene il Bologna. “C’è da dire che il Bologna sta raccogliendo meno del previsto rispetto alla squadra che ha. Capisco che non è facile soprattutto per la storia di Sinisa e per i media che ci girano intorno. Non è facile non avere l’allenatore, soprattutto uno come lui che ha un carattere forte. Non essere presente sempre per la squadra si può sentire e si è sentito rispetto all’anno scorso. Questa situazione ha toccato tutti e bisogna capire anche che la vita è un’altra cosa, va oltre lo sport e oltre il calcio. Detto questo mi aspetto una gara a viso aperto. Il Bologna è molto bravo in contropiede, ha giocatori veloci. Il Napoli invece come sempre farà la partita”.
L’altra campana: nella tua lunga carriera hai affrontato più volte il Napoli. Quali insidie ci si può trovare davanti al San Paolo?
“Affrontare il Napoli in casa non è mai facile. Nonostante l’ampiezza dello stadio e la distanza dagli spalti dovuta alla presenza della pista, dico che quando cantano o fischiano i tifosi si fanno sentire, fanno tanto rumore. Sicuramente quando il Napoli spinge e porta avanti il suo tifo, in quel momento i giocatori emotivamente poco forti vanno in difficoltà. In quei momenti veramente vedi il 12° uomo in campo e i tifosi fanno veramente la differenza in casa”.
Bologna è stata per te l’ultima piazza in Serie A. Che scelta è stata nel tuo percorso di calciatore?
“A Bologna ho vissuto due anni incredibili. Il primo anno andò benissimo, con record di punti delle ultime stagioni. Nonostante i vari infortuni andò bene anche l’annata dopo. Nella mia carriera ho girato varie parti d’Italia, fortunatamente sempre in città bellissime. Bologna è stata la squadra più forte dove abbia mai giocato, più blasonata e più importante. Non voglio togliere nulla alle altre squadre, ma Bologna ti fa sentire giocatore nel bene e nel male. E’ una piazza in cui ti vogliono tutti bene, è una famiglia. In Emilia Romagna sono così e io sono romagnolo, li capisco fino in fondo.
Bologna ti dà una grossa mano. Loro hanno visto un calcio importante e questo viene trasmesso dai tifosi ogni giorno. Tutti i giorni ci sono tantissime persone a vedere l’allenamento fuori ai cancelli, sono partecipi totalmente a ciò che fai e questo fa veramente piacere. Non sono opprimenti, sono dei veri supporter. Amano i loro giocatori ed amano la squadra. E poi si sta veramente bene. E’ stata un’esperienza totalmente positiva, nonostante gli infortuni che ho avuto. Il secondo anno ho giocato un po’ meno del primo, però mi hanno dato una forza incredibile perché stavo bene sia di testa che con la famiglia. Loro ti mettono a disposizione tutto quello che hanno. Hanno visto passare giocatori importanti, fatto campionati grandissimi e vinto scudetti. I tifosi e la società pretendono tanto ma danno tutto“.
Dopo i grandi palcoscenici il trionfo a Padova. Pulzetti racconta a l’altra campana
“Dopo il Bologna sono andato a Siena. Lì c’è stato un problema perché alla fine dell’anno in B mi è venuta una tendinite pesante in un campionato ottimo, dove avevo fatto anche 8 goal. Sono riuscito a tornare in A con il Cesena l’anno dopo ma sfortunatamente ho giocato poco perché ho avuto tre infortuni muscolari grossissimi e alla fine di quell’anno decisi di operarmi al tendine rotuleo del ginocchio, che mi ha tenuto fuori 8 mesi. Facendo un calcolo ho perso un anno e mezzo prima di ripartire dallo Spezia. Lì ho giocato due anni e mezzo per due volte i play off prima di arrivare a Padova. A Padova ho trascorso due anni, dove nel primo abbiamo vinto il campionato ed ero il capitano.
E’ andata bene ma col senno di poi, se non ci fosse stato questo brutto infortunio, dico che forse sarei ancora in Serie A. Se proprio dovessi dire di avere un rimpianto parlerei di quell’infortunio, che poteva essere evitabile per come mi è venuta la tendinite al ginocchio. Senza quello non so come sarebbe andata la mia carriera. Nonostante questo sono molto contento per come è andata dopo, perché ho giocato ancora in B e Lega Pro”.
L’altra campana: un futuro da allenatore
“Per ora gioco ancora in Eccellenza ma quest’estate sono stato a Coverciano, dove ho conseguito il patentino di allenatore UEFA B. Mi interessava per proseguire la mia carriera come allenatore, spero prossimamente. L’esperienza che hai accumulato da giocatore può fare la differenza. Stai parlando di un lavoro-sport che se lo vivi in prima persona sei avvantaggiato. Chiaramente non è facile e non è da tutti”.
Fonte: casanapoli.net