Il Napoli di Ancelotti, figlio d’una cultura trasversale, stavolta s’è sviluppato in maniera alternativa rispetto alla tendenza storica che prevede il possesso e la verticalità: ad Anfield, invece, Sua Maestà, il signore delle Coppe, ha preso il pallone e lo ha consegnato a Klopp, lo ha tenuto per sè (complessivamente) per il 28,2%, però ha succhiato il “sangue” da una partita fisica, e pazienza se gli è servito anche un “catenaccio” per lasciare che fuori dall’area di rigore rimanessero gli spifferi d’una crisetta non solo d’identità. Fonte: CdS