L’ultimo, grande, vero numero 10 della storia azzurro. Un uomo che anche in Inghilterra rispettano ed ammirano, per la classe, la signorilità, il lavoro. Gianfranco Zola, magic box…In una parte della sua intervista a Il Mattino, ricorda i tempi napoletani e pronostica…
Che importanza hanno avuto quegli anni napoletani per lei? «Ho preso coscienza del mio valore, di quello che avrei potuto diventare. Non c’era solo Maradona a farmi da maestro, ma ogni giorno imparavo da Careca, da Crippa, Ferrara. Uomini che avevano il gusto di dare agli altri».
Diego le consegnò la 10. «Sembra successo ieri, eravamo a Pisa e mi diede quella maglia come fosse una reliquia. Io l’ho sempre indossata con orgoglio anche perché Maradona negli ultimi tempi diceva che era inutile andare in giro a cercare il suo sostituto perché il Napoli ce l’aveva in casa».
Però poi andò al Parma. «Mica solo io. In due anni vendettero me, Crippa, Fonseca, Ferrara. La società doveva fare cassa, altrimenti sarei rimasto molto volentieri».
Che pensa quando vede le gare interrotte per buu razzisti o per i cori di discriminazione? «Pesa la mancanza di educazione, l’ignoranza. In Inghilterra non succede anche perché loro sono un Paese cosmopolita da sempre».
Chi vince la Champions? «Liverpool, Manchester City, Real Madrid, Barcellona e Psg. Ma vedo bene anche la Juventus quest’anno. Poi, però, tutto dipende dai momenti: chi l’avrebbe mai detto lo scorso anno che l’Ajax avrebbe eliminato i bianconeri. Ma la Juve ebbe la sfortuna di incontrarli nel loro momento magico. La Champions è così».
A chi darebbe il Pallone d’oro? «Hazard ha fatto una stagione straordinaria con noi al Chelsea l’anno scorso. Lo meriterebbe lui».
La lotta per la zona Champions deve fare i conti anche con il Cagliari? «Sì, è una grande sorpresa per tutti. Ma merita ampiamente il posto dove si trova adesso e lotterà fino alla fine con tutti».
La Nazionale le piace? «Mancini ha fatto tutte le cose giuste: ha puntato sui giovani, sulla qualità, sul gioco. Scelte che porteranno l’Italia in alto».
La sorprende che anche Ancelotti possa essere messo in discussione? «È la natura del calcio di adesso, che spesso viene vissuto attraverso i social, guardando al momento e non allo scenario».
Come finisce domani? «La risposta la do con il cuore: 2-1 per il Napoli».
Il Mattino