Campionato in sosta, certo, ma la tensione continua. Non c’è pace per il Napoli: il ritiro, l’ammutinamento, la reazione di De Laurentiis padre e poi quella di De Laurentiis figlio. Edo: il vicepresidente. Che martedì sera, secondo il CdS, in occasione di un evento sul tema calcio, ha prima ribadito che i giocatori sono lavoratori dipendenti, «nostri dipendenti e devono rispettare e onorare lo stipendio, la maglia e la città», e poi indicando alcuni reduci della scalata dalla C all’Uefa, con l’indimenticabile capitan Montervino in prima fila, ha aggiunto lapidario: «Loro hanno più palle. Avevano molte più palle: questa è la verità». Jab e diretto in pieno volto: ripetuto per ogni singolo elemento della rosa attuale. Ieri poi, in occasione della seduta di allenamento, DeLa junior ha anche incrociato i calciatori, però nessuno ha proferito parola o commentato i fatti nuovi. Ma neanche ha gradito: ognuno fa la sua parte, in questa storia. Ruoli e gerarchie e silenzio stampa: la squadra vorrebbe parlare, come Ancelotti, ma fino a nuovo ordine nessuno dovrà più violare le decisioni aziendali. E a parlare dovrà essere il campo: sin da Milano. Tutti per uno: il patto di San Siro. O di Castel Volturno: l’importante è tornare a vincere.
La Redazione