Tira una brutta aria dentro il mondo del Napoli e le poche certezze, che il popolo azzurro aveva, sono venute meno nelle ultime, concitate giornate. L’auspicio è che, da qui a maggio, vengano messi da parte gli interessi individuali, con l’unico obiettivo di tutelare il bene collettivo: la maglia azzurra. È una forma di rispetto che il popolo napoletano ha il diritto di pretendere. Tuttavia, la vergogna di cui vogliamo scrivere, non riguarda il momento negativo del Napoli, squadra e società, bensì quasi tutto l’universo di stampa, opinionisti e mondo della rete. Nei giorni scorsi, sulle prime pagine di importanti testate nazionali, Napoli è stata apostrofata in maniera pesantemente offensiva. Da ‘terra dei fuochi’ a ‘mala Napoli’ il passo è stato brevissimo. Napoli è stata dipinta come città che fa paura ai calciatori ed alle loro famiglie e dalla quale stanno scappando, ovvero scapperanno in molti. Un paio di episodi di microcriminalità, di cui sono state vittime Allan e Zielinski, sono stati il pretesto per sommergere la città di fango. Qualcuno, aveva ipotizzato che si trattasse di azioni criminali punitive verso alcuni calciatori azzurri. Da qui, la smania di andare via dalla città di Partenope, notoriamente (a detta di questi soggetti in cerca di notorietà) di difficile convivenza. In realtà, almeno uno dei due episodi si è scoperto essere assolutamente estraneo al castello accusatorio montato ad arte dai giornali. Qualche scialbo personaggio, non nuovo a comportamenti del genere, ha snocciolato statistiche di cronaca nera, definendo Napoli la capitale del malaffare ed omettendo, scientemente, di ricordare che ai primi posti di questa tristissima graduatoria non c’è il capoluogo campano, bensì Milano e Roma. È bastato, quindi, un po’ di mal di pancia all’interno dello spogliatoio azzurro, per azionare la macchina del fango che ha in Napoli una delle sue vittime preferite. Viviamo nel periodo in cui si parla molto dell’alluvione che ha colpito la città di Venezia, trascurando, di contro, alcune realtà meridionali, come Matera, danneggiate almeno quanto la città lagunare. Anche nelle disgrazie, vengono adottati pesi e misure differenti, con una discriminazione di una gravità assoluta. Il mondo del pallone, da sempre specchio della società in cui viviamo, rimane fedele a questo modus operandi, cercando di affossare la realtà napoletana. Per fortuna, le dichiarazioni di lady Insigne e di Christian Maggio, hanno fatto da contraltare a questa mostruosa vergogna. Una vergogna che, però, va fermata, mettendo i responsabili di fronte alle proprie responsabilità.
a cura di Riccardo Muni