Le vie delle signore del calcio italiano sono infinite. Soprattutto sui calci piazzati. Italia-Malta 5-0 oltre a confermare la marcia trionfale delle azzurre verso Euro 2021 (sei vittorie su sei partite e primato nel girone di qualificazione) ci ha consegnato una password inedita nella variegata galassia dei calci di punizione segnando – a favore delle donne – un’accelerazione rispetto ai colleghi maschi.
SCHEMA
La punizione con cui Valentina Cernoia porta in vantaggio l’Italia è stata studiata a tavolino, con le azzurre che si posizionano in quattro (ma in movimento) davanti alla barriera (stare ferme da regolamento non si può) e in tre dietro la barriera, per poi scattare in avanti e superare la stessa linea dei difensori avversari. Abbiamo così sette giocatrici in movimento mentre un’ottava sta per calciare, e l’effetto visivo è come quando si lanciano le bacchette nel gioco dello Shanghai. Si punta alla sorpresa, a sparigliare le carte in tavola, alla «grande fuga» che crea (dis)ordine nell’ordine prestabilito dal calcio piazzato, in una traslazione a palla inattiva del «casino organizzato» con cui Eugenio Fascetti segnò un certo periodo degli anni ’80.
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PALLE INATTIVE
Per molto tempo abbiamo tutti considerato le palle inattive incisive/decisive non tanto come singolo evento, ma come conseguenza del numero totale degli eventi. Per spiegare: se batto dieci punizioni, alla fine una va dentro. Da qualche anno a questa parte non è più così. I gol derivati da palle inattive (rigori, punizioni di prima e di seconda, angoli), ormai coprono una larga fetta della torta complessiva delle reti segnate e gli schemi si spostano sempre più nella direzione del basket o del football americano, sport dove uno schema particolarmente riuscito dà l’indirizzo ad una partita. I territori su cui ci si muove – anche a livello di calcio femminile – vanno per lo più esplorati. Lo specialista che va a battere la punizione e sfida a duello il portiere avversario – da Corso, a Pirlo, a Mihajlovic – mentre il resto dei giocatori rimane fermo immobile non esiste più. Per dirla alla Franco Battiato: «Uh com’è difficile restare calmi e indifferenti mentre tutti intorno fanno rumore». (Bandiera bianca, album «La Voce del padrone», 1981). E in effetti è così: quando Cernoia è andata alla battuta, l’altra sera, tutte le azzurre intorno facevano rumore.
TENTATIVI
«Ci provavo da molto tempo ma non era mai andata bene», ha spiegato l’azzurra dopo la partita. Di schemi ne vediamo ormai di ogni tipo. Il Brozovic di turno sdraiato a «coccodrillo» dietro la barriera, il trenino con i giocatori in fila in area di rigore avversaria,il «vado io vai tu, un passo avanti e uno indietro» usato anche di recente dai ragazzini dell’Under 17 ai Mondiali per creare confusione e depistare le difese avversarie. Il trucco è quello: innescare un elemento «disturbante», come hanno fatto le azzurre l’altra sera. Fino a spingersi nella fantascienza: Gianni Vio, il «mago» al servizio della Spal, diversi anni fa – quando allenava a Quinto, nel trevigiano – nelle punizioni faceva mettere due gemelli davanti al portiere avversario: guardava loro, non la palla. Tu chiamale se vuoi: distrazioni.
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