Quanto accaduto nello spogliatoio del San Paolo martedì scorso ha scosso l’intero ambiente azzurro. Ognuno, ovviamente, ha le proprie opinioni, e qualche volta, anche qualche suggerimento. L’ex Rettore Guido Trombetti sulla pagina del CdS affronta l’argomento:
“Di un miscuglio di opportunità e di rischi. Di contraddizioni. Di eccessi. Esattamente come la natura umana. Ecco, un viaggio a Napoli, forse, può essere letto come un viaggio alla scoperta della natura umana. Con le sue esagerazioni. Forse è tutta qui la complessità della nostra città. Una città esagerata.
Poteva essere diversa nel calcio? Assolutamente no. E lo dimostra il cosiddetto ammutinamento dei calciatori del Napoli. Un evento di tale portata da oscurare ogni altro tema di discussione. A prescindere dal fatto che la decisione del presidente De Laurentiis, di mandarli in ritiro per alcuni giorni, sia stata la più opportuna. Certamente è stata però una decisione legittima. Mentre certamente sbagliata ed inopportuna è stata la reazione dei calciatori.
Una reazione assolutamente esagerata. Solo che adesso bisogna guardare avanti. E chiedersi : e mò? Come se ne esce? Gettare alle ortiche una stagione in fondo ancora agli inizi sa di follia. La Champions, la Coppa Italia, la qualificazione in Champions in campionato… Non è possibile. E allora? Allora provo a razionalizzare. E dico che per uscire da questo mastrillo occorrono tre requisiti.
Un grande presidente. E ce l’ho.
Un grande allenatore. E ce l’ho.
Dei grandi calciatori. E ce li ho.
Certo è impossibile cancellare del tutto l’accaduto. Ma un armistizio fino a giugno prossimo lo si può (deve) raggiungere. Nell’interesse di tutti. Ed anche della città della quale la squadra di calcio è stata a lungo un mirabile ambasciatore. E dopo giugno? Chi vivrà vedrà.
L’innesco della tregua è possibile ricorrendo al più semplice requisito a disposizione degli esseri umani. Il semplice buon senso. E’ interesse di tutti. Potrebbe consistere in un elementare “chiediamo scusa” dei calciatori. O anche in una delle geniali uscite del geniale presidente. Che so, “promulgo un indulto unilaterale”. Magari in nome della saggezza determinata dall’età che spinge a perdonare. Od anche una iniziativa pacificatrice di Ancelotti che metta in campo la sua riconosciuta capacità di dialogo. Una soluzione del genere non provocherebbe in me alcuna sorpresa.
Risalire dallo sprofondo è in linea con la natura della città. Che è una città esagerata”.