L’ultima, possente contestazione dei tifosi si perde nella notte dei tempi, perché stavolta in cento o centocinquanta scelgono di farsi sentire con uno striscione che “saluta” i calciatori con uno striscione esauriente e gigantesco («Rispetto») e un sottofondo musicale ch’è preferibile scansare, semmai fosse possibile. Ma questo è soltanto il primo tempo, perché nella “ripresa”, quando invece il Napoli scende in campo e sugli spalti ci sono cinque o seicento tifosi – ma non la stampa, per scelta del club – il comitato di accoglienza ci dà dentro di brutto e non fa sconti: ce n’è per tutti e l’atmosfera diventa (quasi) insopportabile per un po’, termometro di una insofferenza che anche attraverso le allusioni registra il primo, autentico strappo di questa epoca. «Ci vediamo in discoteca….». Fonte. CdS