«In ritiro»: e senza se ma pure senza ma, senza porsi alcuna domanda, senza inseguire superflue risposte, senza struggersi, senza sentirla come una punizione, però stavolta sì, pensando che possa essere “costruttivo” parlarsi, guardarsi per una sera negli occhi, intorno a un tavolo o girellando nella hall, e poi ascoltarsi come voce amica. «In ritiro»: senza che sia un ordine, un diktat, ma semplicemente un invito amicale per un esame di coscienza che si deve, rispettando se stessi, un obbligo morale che va avvertito per rimuovere quel clima d’insopportabile sofferenza che ha “sventrato” Napoli, trascinandola in quest’Inferno gigantesco in cui ora brucia la sua passione e lascia che sparisca quella gioiosa atmosfera che pure s’è diffusa dopo il Liverpool, dopo il Salisburgo, sino al crocevia esistenziale fissato nel contatto tra Kjaer e Llorente e nel destino sovvertito dal 2-2 dell’Atalanta. Fonte: CdS