Maurizio De Giovanni, scrittore, sceneggiatore, drammaturgo e tifoso decisamente appassionato del Napoli, sintetizza così il caos tinto d’azzurro.
«Sta succedendo una cosa mai vista prima. Neanche nell’88, con il famoso comunicato della squadra contro Bianchi».
Conseguenze? «Devastanti. E la cosa più grave è che la gente è avvilita. Delusa dai risultati, perché siamo già fuori dalla lotta scudetto, e preoccupata per il futuro. Anzi: il futuro non c’è».
QUANTI ERRORI
E allora, la disanima della penna eccellente. E non è mica un romanzo quello che De Giovanni, sessantunenne autore napoletano di numerosi bestseller, mette nero su bianco analizzando il caso-Napoli. «Ci troviamo al cospetto di una prova di forza a tre dall’esito devastante. E qualsiasi cosa accadrà sarà fortemente delegittimante». Con ordine:
Risultato: «Tutti sconfessano se stessi».
DEBACLE COSTANTE.
Il secondo capitolo firmato De Giovanni, poi, evidenzia i dati tecnici. «Squadra, allenatore e società sono protagonisti di una debacle costante che si finge di non vedere: se il campionato finisse oggi, il Napoli non andrebbe neanche in Europa League!».
Gli azzurri sono settimi con 18 punti, a 3 passi dalla zona Europa. «E a 11 punti dalla Juve, dalla vetta: già fuori dalla lotta scudetto, discorso chiuso. Eppure due mesi fa presidente, tecnico e capitano dicevano di voler vincere il campionato. Qualcuno ha detto sciocchezze ai tifosi: non siamo attrezzati per competere a questi livelli».
E ancora: «La gente non è scandalizzata dalla contravvenzione etica, ma è avvilita e preoccupata per un futuro che non c’è. Che squadra andrà avanti ora? E chi punterebbe un centesimo sulla permanenza di Ancelotti il prossimo anno?».
SQUADRA FANTASMA
A proposito di Carletto. «Sembra di rivivere la vicenda Benitez, con la variante che Rafa ha portato Higuain, Callejon, Koulibaly, Mertens, Albiol e Reina. Per il momento abbiamo visto quindici formazioni e quattro moduli diversi: mercato incompleto, altro che 10 e lode. La squadra è il fantasma di se stessa: cinque giocatori fuori ruolo e la mancanza di una prima punta degna di questo nome, di un esterno sinistro, un trequartista per il 4-2-3-1 e un regista per il 4-3-3. Vedo cose inaudite e nessuna invenzione tattica: Fonseca a Roma, per esempio, ha piazzato Mancini davanti alla difesa».
Responsabilità e soluzioni? «Tutti colpevoli di questa situazione, al trentatré percento: società, tecnico e giocatori. Se fossi De Laurentiis convocherei subito Ancelotti e i rappresentanti della squadra per un confronto costruttivo. Per ricompattare e terminare la stagione nel migliore dei modi, in nome del bene comune. Ma serve una decisione collegiale, non unilaterale».
La Redazione