La consueta opinione di Ciccio Marolda espressa sul CdS:
“Ritiro giusto oppure no? Ebbene, sondaggi magari un po’ naif, ma attendibili comunque, hanno detto che la gente, la stragrande maggioranza della gente, s’è schierata con don Aurelio. «Ha fatto bene» a consegnare tutti quanti. A tenerli sotto chiave, anche a rischio di rompere con l’allenatore. Cosicché ora saranno in tanti, in tantissimi ad affermare che il pugno di ferro del presidente era necessario ed opportuno e che probabilmente è stata proprio quella decisione di lasciare la squadra in isolamento per una settimana – mezzo risultato a parte – a dare la sveglia a chi in campo troppo spesso s’era mostrato ora moscio, ora distratto, ora persino scostumato. Certo, nessuno saprà mai se poi questo è vero oppure no, però è innegabile che una bella “scutuliata” ci voleva. Certo, il Napoli non è riuscito a mettere sotto il Salisburgo, però ci ha provato. E’ stato squadra viva, seppure imprecisa davanti e sbadata dietro. Ma ci voleva pure per provare a mettere il punto agli ozi in campionato e per rimettere ordine nella testa e nei modi d’un gruppo evidentemente in confusione. E anche per far capire a tutti che a loro è stata affidata una missione. Che non è quella di vincere un ancora impossibile scudetto, bensì quella d’assicurare al Napoli la partecipazione anche alla prossima edizione della Champions, indispensabile per mantenere il tenore di calcio che il club s’è dato da una dozzina d’anni a questa parte. Senza la Champions (ovvero con entrate assai ridotte), infatti, il Napoli sarebbe costretto a ridimensionare ogni progetto e a dolersene sarebbe, sì, il club, ma anche la città del pallone, mentre molti dei giovanotti oggi consegnati, felici e senza rimorsi andrebbero a godersi ricchi contratti da altre parti. Ecco il perché di quel pugno duro di De Laurentiis, il quale a svegliare la squadra ci aveva inutilmente provato anche prima della partita col Verona. Insomma, c’era e c’è una ragion di stato dietro questo ritiro punitivo. Ragion di stato compresa bene dalla gente che s’è subito messa di fianco al presidente. E allora, chi vuole pensare che preso per la collottola il Napoli abbia trovato la forza e il coraggio per reagire, può anche farlo. Ne ha il diritto. Intanto, alla squadra e all’allenatore una cosa ora è assai chiara: godranno sempre della stima, della simpatia, dell’affetto della gente, ma se mettono in gioco il futuro della maglia azzurra, beh, allora non v’è dubbio i tifosi da che parte stanne staranno sempre”.