Continuano le polemiche sulla direzione di gara dell’arbitro Giacomelli in Napoli-Atalanta, in particolare sull’episodio riguardante il contatto tra Kjaer e Llorente in area di rigore orobica. Halloween anticipato, la notte del San Paolo un vero incubo dal quale sembrava difficile svegliarsi. Così come i minuti, le ore che hanno fatto seguito al disastro di Piero Giacomelli, che si conferma arbitro non di prima fascia. Tutt’altro. I suoi errori sulla lettura, anzi, meglio, sulla non-lettura (su questo punto, tutti d’accordo, condanna bipartisan) dell’episodio Kjaer-Llorente avrebbero avuto considerazioni opposte anche nelle valutazioni della Commissione Arbitri di Serie A (Can A), Rizzoli a capo, Gava, Giannoccaro e Stefani i suoi vice. Nell’impianto di Fuorigrotta c’era proprio uno dei vice dell’ex internazionale di Mirandola, l’ex designatore della serie C Giannoccaro (avvistato sugli spalti del San Paolo e riconosciuto da qualche tifoso, avendo arbitrato 101 gare in serie A, l’ultima Cagliari-Lazio), accompagnato dall’osservatore (sempre presente quando dirige un arbitro, mentre la visionatura dell’Organo Tecnico è opzionale), il romano Carlo Pacifici (grande amante della corsa). Per loro, la stessa impressione avuta da tutti in diretta (ovvero, sul campo), che quel contatto fosse rigore, che i movimenti di Kjaer fossero tesi solo a placcare l’avversario. Una tesi in contrasto con quanto sostenuto da Rizzoli, ovvero che l’operato di Giacomelli fosse comunque positivo anche nella gestione dell’episodio e che tutto sommato, «se avesse fischiato fallo di Llorente sarebbe stato meglio» la sintesi del suo pensiero. Fonte: CdS