Guglielmo Stendardo, nella sua Napoli, non è riuscito a trovare fortuna, mentre a Bergamo ci è rimasto per sei stagioni, fino a diventare capitano. Oggi però non ha dubbi, il suo cuore è tutto per il Napoli, con dei bellissimi ricordi nell’Atalanta.
Napoli-Atalanta: chi ha i favori del pronostico? «È una partita dove può succedere di tutto perché il Napoli è una squadra molto forte, una squadra competitiva. Ha fatto buoni risultati in Champions, manca qualcosa in campionato, ma sta facendo bene nel complesso. Dall’altro lato c’è una squadra che sta andando veramente forte in Serie A, mentre in Europa un po’ meno. Però l’Atalanta è forte, ha individualità importanti e quindi sicuramente sarà una partita spettacolare».
Cosa manca a questo Napoli? «Secondo me in alcuni momenti della fase difensiva non ha quella ferocia, quella determinazione che consente di raggiungere il risultato sperato. Però è una squadra completa in tutti i reparti, ha un allenatore come Ancelotti che è un valore aggiunto. Sicuramente i risultati che i tifosi del Napoli sperano si spera che possano migliorare. A parte la gara contro il Cagliari ed il primo tempo contro la Juventus, credo che il Napoli abbia fatto un avvio di stagione positivo».
Quanta distanza c’è tra la squadra di Ancelotti e la Juventus? «C’è ancora un po’ di distanza, perché la squadra di Sarri è completa in tutti i reparti e ha un’esperienza internazionale di un certo livello. Però il Napoli con i vari acquisti fatti quest’anno può ambire ad avvicinarsi sempre più e perché no sperare nel massimo risultato».Koulibaly sembra non essere ancora lo stesso dell’anno scorso.
Cosa non va? «Per me è il miglior difensore del mondo perché ha tutte le qualità per confermare quanto detto. Come tutti i difensori, i giocatori in generale, commette degli errori. Però sicuramente questi errori non vanno ad oscurare il giocatore fantastico che è, un leader che ha anche grandissime qualità. Forse ci ha abituati troppo bene, però è un giocatore fondamentale per il Napoli nel presente e mi auguro anche nel futuro».
Quanto è cambiato il reparto arretrato con l’addio di Albiol? «Sostituire Albiol non era facile, ma il modo migliore per farlo era quello di acquistare Manolas, che ha grandi qualità fisiche ed atletiche. Penso che il Napoli abbia una delle migliori difese del campionato. È la fase difensiva – che parte anche dagli attaccanti e dai centrocampisti – che deve migliorare in alcuni momenti. Ma se parliamo di singoli e vediamo tutti i giocatori del Napoli in difesa parliamo di un livello top internazionale».
In Champions il Napoli ha un altro passo: dove può arrivare? «Penso ci siano 5-6 squadre che ogni anno lottano per vincerla. Mi riferisco alle varie PSG, City, Real, Barça, Juventus. Il Napoli deve cercare di arrivare fino in fondo e dare fastidio a queste squadre».
Quanto cambia la Serie A con l’introduzione del VAR? «In alcuni momenti non lo comprendo, perché il protocollo è che si va al VAR nel momento in cui l’arbitro non ha visto o ritiene poco chiaro l’episodio in questione. È questo che va stabilito. In alcuni casi l’arbitro è convinto di aver visto bene, però poi ci troviamo ad analizzare degli episodi a fine gara che dicono il contrario. Secondo me fa disciplinato questo punto di vista».
Da giocatore avrebbe preferito avere il VAR? «Sì, però sempre. Non può essere usato a discrezione dell’arbitro. Deve essere usato sempre. Se la tecnologia deve migliorare e deve dare delle certezze, queste ultime devono essere su tutti gli episodi, non solo su quelli che l’arbitro ritiene o meno da andare a rivedere».
Da napoletano ed ex atalantino, in cuor suo chi spera che la spunterà tra Napoli e Atalanta? «Ovviamente sono tifoso del Napoli. Ho Napoli e il Napoli nel mio cuore. Anche se la mia carriera è stata lontana da casa, Napoli è la mia città. Però l’Atalanta è una parentesi importante della mia vita, mi ha dato tanto e quindi sarò sempre grato alla società di Bergamo gestita dal presidente Percassi che sta facendo cose straordinarie».