In realtà c’è poco da spiegare: perché la questura di Napoli, per prima cosa, «ha fermato i bus» per controllare che a bordo non ci fossero armi o altri. Normale routine. E ha voluto garantire anche la sicurezza di tutti i veronesi che volevano assistere al match. Nonostante il via libera dell’Osservatorio, infatti, l’incrocio tra tifosi veniva considerato dagli uomini di via Medina guidati dal questore Alessandro Giuliano ad alto rischio. Anche per i precedenti. E il piano della questura ha avuto successo perché non ci sono stati contatti tra due tifoserie da sempre sul piede di guerra. Dunque, la polizia avrebbe preferito che i tifosi (e tra questi molti segnalati dalla questura di Verona) arrivassero nel luogo del raggruppamento, a San Nicola Ovest, con largo anticipo e non verso le ore 16,45 come invece è stato fatto. Non solo i poliziotti napoletani hanno dovuto svolgere minuziosi controlli a bordo dei 5 pullman, dei 30 van e di una trentina di auto private, ma si sono anche dovuti preoccupare per i gravi disagi sulla tangenziale per il restringimento della carreggiata: il timore, sensato, è che il lungo convoglio di almeno 500 metri, fermo nel traffico, poteva essere vittima di agguati ultrà. Da qui la decisione di andare per l’asse Mediano, un percorso alternativo. La giornata si è conclusa senza incidenti.fonte: Il Mattino