Carlo alla Mou: «La doppietta di Arek? Non sono un pirla, se sta bene gioca»

Le parole di  Carlo Ancelotti nel post gara:

«Mica ero un pirla che non facevo giocare Milik: non stava bene, per questo non giocava». Quasi angelicato dalla vittoria con il Verona, finalmente Carlo Ancelotti torna a essere il fratello buono di se stesso. Rispolvera la frase cult che ha reso famoso Mourinho in Italia ed è il segnale di una serenità che ha ritrovato. Era ora. Potenza di tre punti che mettono alle spalle il momento più buio vissuto a Napoli. Carletto torna in versione curato da campagna: quanto zucchero per il suo Napoli, quanto miele per Ibrahimovic, quanta panna per Allan e compagnia. 
Ancelotti, ha già chiamato Ibrahimovic?
«Volevo farlo ma visto il fuso orario lo farò tra poco (ride, ndr). Lo seguo con molto affetto, in America ha segnato 29 gol in 30 partire, la sua dichiarazione d’amore è proprio il cacio sui maccheroni. Dopo che l’ho sentito facciamo un bel comunicato stampa (sorride ancora, ndr). Però, al di là di tutto, Napoli e il Napoli devono essere onorati e fieri delle belle parole che ha avuto per la città, l’ambiente e la società. E che dà il senso di quanto sia importante questo club».
È tornato al gol Milik.
«Era questione di tempo, ma la rete con la Polonia è stata per lui una chimica importante. Non è stato bene, sta ritrovando fiducia ma ripeto non sono un pirla e senza i problemi fisici avrebbe giocato molto di più anche in questo avvio di stagione».
Tre punti molto importanti?
«Lo sono anche perché cancellano le scorie di un momento particolare. Siamo stati bravi nella gestione del risultato e sono contento perché anche con i cambi la nostra identità di gioco non varia. Però per me questa vittoria dà il senso della maturità raggiunta da questo gruppo e anche nella ripresa non siamo mai andati in sofferenza mostrando un atteggiamento che mi è piaciuto».
Di Lorenzo a sinistra ha sorpreso tutti?
«Ma non me. Sa fare tutto, e lo fa con umiltà. E colpisce anche la semplicità con cui riesce a fare le cose che gli chiedo di fare».
Con Insigne tutto chiarito?
«Fin dopo la gara con il Genk. Non c’è bisogno di dirsi altro: lui sa che è fondamentale per noi, perché è il nostro capitano. La sua serenità è importante per tutto il Napoli e lui deve essere sereno».
Il Verona è stato un test importante in vista della Champions?
«È una squadra molto solida, che noi non abbiamo sottovalutato: è una squadra molto fisica ed è normale aver sofferto un po’. Ma poi abbiamo gestito bene ogni momento della partita. E di questo non posso che essere contento». 
Terza gara senza prendere gol. 
«Ed è un altro segnale positivo. C’è solidità dietro, Meret dà garanzie e questo ci consente di poter vincere senza fare molti gol. Non è questione di poco conto».
Allan le è piaciuto?
«Sì, è riduttivo dire che non è un regista. Magari non è Pirlo, ma non è vero che può fare solo l’incontrista. Ci serve nella costruzione del gioco, anche se il gioco non parte solo da lui». Fonte: Il Mattino

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