Caos infortuni nazionali – Il prof. Pino Capua: “Il rimedio è il turnover”

A volte si contano i cocci ed il calcio perde i pezzi. Capita spesso nella pausa per le Nazionali. Gli infortuni aumentano in maniera esponenziale a qualsiasi latitudine. Ai microfoni del CdS ne parla il professor Pino Capua, esperto medico sportivo:

Dottor Capua, in un calendario così inesorabilmente compresso qual è la causa principale dei tanti infortuni? «Il mancato riposo, soprattutto. Un atleta professionista dovrebbe fermarsi almeno un giorno, un giorno e mezzo a settimana. I calciatori non possono. E poi c’è l’allenamento preventivo, che le tante partite non permettono di svolgere».

I viaggi, specialmente quelli transoceanici, incidono? «Certamente non aiutano. In quel caso, più delle tante ore in aereo, conta il fuso orario che provoca uno scompenso fisiologico».

Si parla anche dell’allenamento invisibile, cioè della necessità di una vita sana fuori dal campo. «E’ evidente che un atleta debba gestirsi. Ecco, spero che i ragazzi capiscano che è fondamentale uno stile di vita corretto per prevenire gli infortuni. Specialmente nel lungo periodo».

Rimedi? «Ruotare i giocatori, come Roberto Mancini. Per questo anche i club hanno ampliato le rose, giusto? Un robusto turnover aiuta i calciatori a rigenerarsi. I calciatori stessi devono imparare che andare in panchina può proteggerli, non danneggiarli».

Poi però ci sono i Cristiano Ronaldo, che vogliono giocare sempre. «Cristiano è una forza della natura, un miracolo inspiegabile, anche in relazione all’età. Ha la capacità di capire i momenti delle partite: conoscendo il suo corpo, sa come e quando può permettersi certi gesti atletici».

Non si potrebbe collocare le nazionali in un arco temporale lontano dalle competizioni per club? «Ma no, le nazionali ci sono sempre state. Sono aumentate le partite dei club, piuttosto. E’ fondamentale un confronto tra i medici delle squadre e delle nazionali, per capire come gestire i calciatori».


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