Calcioscommesse: il procuratore Paolo Palermo sentito in aula come testimone di Armando Izzo

Esame e controesame ieri in aula del testimone Paolo Palermo, ex procuratore del calciatore Armando Izzo, nel corso del processo al calcioscommesse. Aula 215 del Tribunale di Napoli, si discute delle presunte combine calcistiche organizzate dal clan dei girati di Secondigliano. Il calciatore, legato da vincoli di parentela ai vertici del clan, è accusato di concorso esterno in associazione camorristica e frode sportiva. Il pm Maurizio De Marco, durante l’esame, ha chiesto a Palermo di chiarire i motivi che portarono Izzo a lasciare Avellino. Il testimone ha sostenuto che la ragione era legata a problemi di spogliatoio, tesi che invece, secondo l’accusa, non coinciderebbe con quanto emerso invece in alcune intercettazioni. Conversazioni nelle quali Palermo, tra le altre cose, appare piuttosto arrabbiato dal fatto che il difensore continuasse a mantenere rapporti con una certa tipologia di personaggi dai quali, invece, lui, più volte lo aveva invitato ad abbandonare. Il legale di Izzo, Rino Nugnes, durante il controesame, ha invece chiesto a Palermo di descrivere l’uomo Armando Izzo. L’ex procuratore, che conosce il calciatore dall’età di 16 anni, ne ha descritto, tra le altre cose, il basso livello di istruzione, un aspetto sul quale lo stesso Izzo ha replicato con una lettera piuttosto toccante: «…ignorante, ma onesto…»). Un aspetto, quest’ultimo, rimarcato dal presidente della giuria: «È risaputo che gli spogliatoi non sono certo la Sorbona». La prossima udienza, il 17 ottobre. Fonte: Il Mattino

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