A. Monfrecola (Procuratore): “Il Pachuna non è abituato alle critiche ma sente la fiducia di Ancelotti”

Alessandro Monfrecola ai microfoni de Il Mattino:

«Per Lozano sono le prime critiche in carriera: bisogna capire come reagirà. Al Pachuca, in Nazionale ed al PSV non è mai stato bersagliato dalla stampa e dai tifosi». Alessandro Monfrecola, procuratore partenopeo che lavora tra l’Italia ed il Messico, conosce l’undici azzurro come pochi altri. 

Come pensa reagirà a questo momento particolare?  «Da quello che sto percependo, Lozano sente la fiducia dell’allenatore. Ancelotti è l’uomo che lo ha voluto fortemente, gli sta concedendo tanta fiducia, anche schierandolo in un momento particolare al posto di calciatori che hanno fatto la storia del Napoli come Mertens ed Insigne: conoscendolo, credo che sia un fattore determinante». 

Giusto il ruolo di prima o di seconda punta nel 4-4-2?  «Francamente, questa scelta di Ancelotti mi stupisce molto. Lozano ha giocato pochissime volte da prima o da seconda punta. Ha sempre fatto l’esterno offensivo: ed è in quel ruolo che il tecnico se ne è innamorato agli ultimi Mondiali. Tra l’altro, un calciatore che non è mai stato adatto al fraseggio nello stretto per poi andare negli spazi. Il modulo perfetto per Lozano è il 4-3-3, anche Ancelotti credo ne sia ben consapevole. Farlo partire spalle alla porta significa cancellare quella che è la sua miglior dote: liberare tutta la sua esplosività, con un cambio di passo determinante. Non è un caso che contro la Juventus, il gol sia arrivato da posizione centrale ma sfruttando queste caratteristiche in un momento molto particolare del match. E poi, c’è un altro aspetto decisivo…». 

Quale?  «Lozano non è Insigne, non è Callejon. Ancelotti credo sia consapevole che non può chiedere a Lozano compiti difensivi particolari: almeno non può chiederli adesso. È impensabile che possa fare il lavoro che fa Insigne o quello che fa un mostro’ in questo segmento tattico come Callejon, perché il messicano ha bisogno di tempo per interiorizzare un modo di stare in campo nelle due fasi così diverso da come è stato abituato». 

Un cane che si morde la coda: problemi da esterno, problemi da attaccante centrale.  «Se Ancelotti vuole valorizzare fino in fondo un calciatore che ha voluto così fortemente, credo che debba cambiare modulo o farlo giocare da sinistra nel 4-2-3-1, così può convergere a destra per chiudere l’azione. Può anche partire dal lato opposto e con lo stesso modulo: ma, ripeto, per me deve esser svincolato da compiti difensivi»

C’è chi parla di un Vargas-bis. «Impossibile. Vargas ora sta giocando in Messico, lo sto seguendo con ancora maggiore attenzione: calciatore tecnico, con grandi colpi, ma senza quel cambio di passo, quella forza, quella rapidità necessari per imporsi in Italia ed in Europa. Lozano ha queste caratteristiche, sono certo che ha tutto per imporsi ad altissimi livelli con la maglia del Napoli. Inoltre, è supportato da una famiglia meravigliosa che gli regala tanta serenità. Peccato, anzi, che non sia arrivato prima al Napoli»

Perché, era possibile? «Nella primavera del 2017 lo proposi al Napoli che cercava un esterno. Avevo un mandato in esclusiva per il club azzurro, ma la dirigenza decise di virare su altri calciatori. All’epoca, era un’operazione inferiore ai 10 milioni: il PSV lo acquistò poco dopo. Ovvio che l’interesse di Ancelotti per il ragazzo ha cambiato tutto, ma anche i costi dell’operazione sono molto mutati». 

La Redazione

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