L’esclusione di Insigne non sarebbe stata un fulmine a ciel sereno

La bomba esplode a poco più di un’ora dal fischio d’inizio. Quando il pullman del Napoli è quasi ai cancelli della Luminus Arena: Insigne non giocherà, anzi andrà in tribuna. Si tratta di una voce così clamorosa che prima di crederci bisogna fare tutte le verifiche del caso. Anche perché all’arrivo della squadra Lorenzo Insigne scende dal pullman sulle sue gambe: non zoppica, non è dolorante. Ma una cosa è evidente: ha il volto scuro, anzi scurissimo. Una di quelle espressioni che non hanno bisogno dei sottotitoli. E allora non c’è da aspettare l’ufficialità delle formazioni per avere la certezza della sua esclusione. Il capitano che resta fuori: non solo dall’undici titolare, ma proprio dalla partita di Champions contro il Genk.

MUSI LUNGHI

C’è chi dice che la scelta di Ancelotti non sia arrivata come un fulmine a ciel sereno, anzi. Nella rifinitura di martedì pomeriggio, infatti, Insigne è stato il primo ad abbandonare il campo, con un volto scuro e il muso lungo, quello di chi sa che all’indomani non dovrà nemmeno fare la doccia. Addirittura durante l’allenamento ha tirato un pallone con forza verso un tabellone pubblicitario: un modo per scaricare la frustrazione dell’esclusione. Poi è arrivato il giorno della gara e della decisione definitiva. Lorenzo, da buon capitano, accompagna la squadra in campo per la ricognizione del campo, poi si accomoda in panchina mentre i compagni sostengono la rifinitura. Ha lo sguardo torvo, incupito, perché questa è una scelta che proprio non gli va giù. D’altra parte a nessuno piacerebbe rimanere fuori in una gara di Champions, figuriamoci al capitano, il napoletano che più di tutti sente il peso di questa maglia.

Fonte: Il Mattino

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