Il commento di Marolda sul CdS:
“Scherzandoci ma neppure tanto, poteva diventare questo il segreto di un successo in terra belga. Perché, signori, questa è la Champions. Meglio non esagerare, meglio non cedere alla voglia di rivoluzionare tutto quanto un’altra volta. Per questo, battezzata scelta felice confermare la fiducia a nove undicesimi della magica notte contro il Liverpool. Ma infelice, rischiosa, sorprendente e a tratti sconcertante, invece, la rinuncia a Insigne e Mertens. E oltre al mancato successo degli azzurri diventa questo il fatto della sera. Sì, magari l’esclusione di Insigne (in tribuna, per lui manco la panchina!) si sarebbe potuta anche spiegare – ma con molta fantasia e con il naso lungo – raccontando di piedi affaticati o, chissà, del bisogno d’avere da quella parte qualcuno più disposto al sacrificio d’andare avanti indietro cento volte in più, ma non è così: Insigne esce a testa bassa e faccia nera dalla formazione e anche dal prato soltanto per far posto a Younes, il quale poi neppure entra. In avvio pensa d’essere su “Scherzi a parte”, il capitano, ma poi deve ingoiare il boccone avvelenato più che amaro, e far finta di niente. Non riuscendovi, ovviamente. La “botta” è forte e non è detto che non si porti dietro amarezze, disappunti e voglia, diciamo così, di spiegazioni. Incredibile il primo o il secondo più pagato della squadra mandato in tribuna in un match di Champions! E come spiegare, poi, anche quel mettere fuori il signorino Dries detto Ciro? Che cosa sta accadendo in casa Napoli? Perché il capitano trattato così male e perché Mertens messo dietro la lavagna? Proprio lui: il più in forma, il più irrinunciabile tra tutti gli attaccanti? Lui, belga, idolo della gente e icona della Nazionale fatto fuori a casa sua? Lui orgoglio di casa mortificato davanti a tutta la famiglia (in tribuna addirittura in settantadue tra parenti e amici) arrivata allo stadio in pompa magna.
Alternanza? Una volta a lui e un’altra all’altro? Mah. Se è questo il calcio di domani che il Napoli sta già rincorrendo, capirlo è a volte (come questa) veramente un rompicapo. Ma non era una regola del calcio quella di mettere in campo sempre la migliore formazione? Oppure il calcio di domani questo non lo prevede più, caro don Carlo? Attento, però, perché come avrebbe detto Jean-Paul Sartre, la fiducia si guadagna a gocce, ma si perde a litri”. Fonte: CdS