Un’ombra, e si scorge, resta lì, nelle pieghe d’una notte pallida e tenebrosa, nel vuoto d’uno 0-0 che lascia un retrogusto amarissimo: e basta alzare lo sguardo, scorgere lo sguardo perso di Lorenzo Insigne, per scoprire che resteranno domande (anche scomode) a riempire i giorni del Napoli, nel suo incedere ora faticoso o perlomeno incerto. Un’ora e mezza di strappi e di amnesie, di slanci e di errori, di allunghi e di contorsioni, prendendosi qualche spallata dal Genk – mai una vittoria nelle sue quattordici apparizioni in Champions, record negativo della manifestazione – e scarabocchiando su quel capolavoro costruito contro il Liverpool che pare distante anni luce ed invece risale soltanto a due settimane fa, in quella notte magica del San Paolo. Fonte: CdS