Ma che gusto ci sarebbe senza un pizzico di pathos! Il calcio è un’emozione e centouno minuti (ormai le partite, soprattutto quelle delle 12,30 non durano più 90′), vanno vissuti con gli occhi spalancati, il cuore che batte e la paura che ti prende alla gola: Napoli 2, Brescia 1, senza negarsi assolutamente nulla, né lo spettacolo nudo e puro e nè la tecnologia che aiuta (e salva Manganiello), né la tensione, né il terrore. Una partita e, come spesso capita, due facce: nella prima, c’è quella con l’espressione gioiosa del Napoli, un football avvolgente e verticale, un gol buono, uno (giustamente) annullato, una serie di chanche strapazzate da Ciro Mertens o da Llorente; e poi nella seconda c’è il ghigno del Brescia, la sua capacità di reagire, l’ostentazione della personalità e del talento di Tonali e di Balotelli e l’autorevolezza per far vacillare Ancelotti, rimasto improvvisamente senza centrali e pure senza energia. Fonte: CdS