L’approfondimento di R. Muni: “La dura legge del gol”

Il turno infrasettimanale di campionato ha lasciato l’amaro in bocca a coloro che amano il colore azzurro. Napoli-Cagliari passerà alla storia come la partita in cui una squadra ha giocato a calcio e l’altra ha vinto. Dopo un primo tempo letteralmente trascorso (…colpevolmente…) a fare passaggi a vuoto, nella ripresa la squadra di Carlo Ancelotti ha cominciato a fare sul serio. Ritmi alzati, cambi di gioco, verticalizzazioni ed occasioni da rete non andate a buon fine. Laddove gli azzurri non hanno sbagliato la mira, ci hanno pensato i legni ed il portiere degli ospiti a rendere stregata la porta rossoblu. Proprio mentre saliva il rammarico per uno zero a zero che andava stretto agli azzurri, con l’unica azione di tutta la partita, il Cagliari ha trovato il gol beffa, a tempo pressoché scaduto. È difficile commentare una partita del genere, la classica situazione in cui pur se avesse giocato 24 ore, il Napoli non avrebbe mai segnato. È la dura legge del gol e chi segna ha sempre ragione. Tuttavia qualche appunto è doveroso farlo. Fa discutere soprattutto la formazione di partenza, con Insigne esterno a sinistra e, pertanto, lontano dall’area avversaria che proprio non convince. Inoltre, la scelta di affidarsi a due piccoletti, Mertens e Lozano, lasciando in panchina sia Milik che Llorente, è sembrata azzardata sin dalle battute iniziali. Uno schieramento del genere sembrerebbe più adatto ad un match impostato sul contropiede, sul gioco in seconda battuta. Viceversa, volendo tenere costantemente il pallino del gioco, una torre avrebbe dato senso ai cross provenienti dalle fasce. Inoltre, con le vie centrali intasate dalla fitta maglia di calciatori sardi, un attaccante di peso avrebbe probabilmente permesso di creare qualche varco per i compagni di squadra. Con il senno di poi è tutto più semplice e diventiamo tutti bravi commissari tecnici. Non c’è alcun dubbio che mister Ancelotti avesse ponderato bene le sue scelte iniziali. Tuttavia, è giusto sottolineare il disappunto, pur consapevoli di essere semplicemente dei tifosi e quindi ciechi perché innamorati. La dea bendata, in questo inizio di stagione, è girata verso le due squadre di vetta ed ha voltato le spalle alla nostra squadra del cuore. L’auspicio è che il campionato ci restituisca quanto ci ha levato fino ad oggi, pareggiando i conti con i nostri avversari. Anche se è difficile, bisogna accettare il risultato e guardare avanti, lasciando alle spalle il brutto scivolone di mercoledì. Nelle prossime due partite di campionato mancherà Koulibaly, espulso a margine di una partita stregata per aver detto qualche parolina di troppo all’arbitro. Si potrebbero scrivere fiumi di parole sui due pesi e sulle due misure adottati dagli arbitri. Tuttavia, è preferibile soprassedere, per evitare la beffa di venire accusati di vittimismo. D’altronde, persino il razzismo, quando colpisce Napoli, diventa un’invenzione di gente accusata di vittimismo! Un fenomeno da combattere, secondo qualcuno, mettendo nel cassetto l’onestà intellettuale.
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