Fabio Quagliarella: la palla in rete, in galera lo stalker

In molti si fidavano di Raffaele Piccolo, anche Fabio Quagliarella. Invece da amico poliziotto si trasforma in incubo. Adesso, però, rischia il carcere. Ha ottenuto uno sconto di due mesi per la prescrizione, ma per il resto la sentenza di condanna è stata confermata. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dei legali dello «stalker dei vip». Quattro anni e mezzo di reclusione per l’agente di polizia che aveva sfruttato la sua posizione per intessere amicizie «importanti» e trascinare quei vip in un vortice di terrore, minacce e denunce, fino alla scoperta.
Il nome di Quagliarella veniva accostato a reati infamanti, alla camorra. Lettere anonime erano arrivate all’Udinese e al Napoli. Piccolo sfruttava i segreti dei vip per ottenere piaceri. «Quelle lettere in cui era scritto che ero un camorrista e un pedofilo disse a gennaio 2016 arrivarono anche a Castel Volturno. Da quel momento il presidente mi chiese di andare a vivere nel centro sportivo, poi mi ha venduto alla Juventus. Sono sempre più convinto che fosse questo il motivo, anche perché non avevo mai chiesto di essere ceduto» ha dichiarato il bomer stabiese in tribunale. Dopo la sentenza d’appello, Quagliarella si è liberato di un peso ed è tornato ad essere un signore del gol. Lo scorso anno, addirittura capocannonniere in serie A.

Il Mattino

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