Il 5 maggio scorso, in conferenza stampa, al termine della partita vinta contro il Cagliari, Carlo Ancelotti stava dipingendo il ritratto di Lozano parlando di mercato: “Non dò molta importanza alla struttura del giocatore ma alla capacità di muoversi senza palla, di attaccare la profondità. Non stiamo cercando un giocatore con una struttura particolare, ma uno che possa migliorare la qualità del reparto offensivo”. Tre mesi dopo, l’attaccante nel mirino è al centro dell’area avversaria, fa coppia con Mertens, ha già segnato un gol alla Juve e fatto innamorare i tifosi per uno stop volante con la Sampdoria. Il resto è tutto da scoprire: il messicano sta pagando la scarsa intesa coi colleghi – crescerà partita dopo partita – ma anche una condizione fisica non ancora ottimale. Ancelotti lo sta gestendo, gli regala un’ora prima di rilevarlo, annota pregi e difetti, limiti da correggere. La stagione è appena iniziata e Lozano non vede l’ora di esaltarsi come faceva ai tempi del Psv e col Messico. Non si diventa El Chucky per caso. Fonte: Il Roma