La notte è fatta per sognare, a occhi aperti, standosene immersi in se stessi, in quel miracolo che il Cagliari racconterà a se stesso, poggiandolo nella memoria e gustandoselo fin quando potrà: 1-0 al San Paolo, a dieci anni dall’ultima volta in uno stadio che, improvvisamente, diviene “stregato” per il Napoli, incapace di rassegnarsi dinnanzi a quell’incubo nel quale piomba e che lo lascia già a sei punti dall’Inter, a quattro dalla Juventus, a distanze che sembrano enormi, quasi siderali, quando si è appena all’alba della stagione. Lucas Castro, trent’anni, argentino di La Plata, è un diavolo che ondeggia dinnanzi al sopracciglio sconsolato di Ancelotti, stravolto dalla dinamica d’una partita perfida, divenuta per lui avvelenata da un colpo di testa che cancella il 67% di possesso palla, da trenta (30) tiri in porta, da due pali «sporchi» e però anche da 45 minuti bruciati nella noia. Al Cagliari basta poco, un guizzo di Nandez, la complicità di una difesa statica e una capacità di soffrire che dà un senso ad un’“impresa” costruita umilmente, riconoscendo l’immensità del Napoli e fronteggiandolo con le proprie risorse. Fonte: CdS