La tendenza Mertens è esplosa al Sant’Elia ma poi s’è allargata ovunque, in questo triennio prepotente (trentaquattro, ventidue e poi diciannove gol), in una escalation sfruttata per spingere Napoli al delirio, facendola innamorare della sua postura, delle sue movenze, delle stravaganze, di quella natura un po’ naif e un po’ (ma solo apparentemente) guascona. Però il bello deve ancora venire, perché lui ad Hamsik, al suo amico Marek, l’aveva promesso nel giorno del congedo del capitano da Napoli: «Ti vengo a prendere e ti batto». Napoli-Cagliari è già sua, si riprenderà quel posto lasciato a Lecce per le umanissime esigenze del turn-over alla coppia di torri che ora sposta un pochino più in là, ci arriva fresco e con l’ispirazione fertile di questo mese vissuto (come sempre) da protagonista: gol alla Fiorentina alla prima di campionato, doppietta alla Sampdoria alla terza giornata e poi il rigore per schiudere il successo sul Liverpool. E dunque DM, almeno per oggi, sta per Dries Mertens (e il dio del calcio capirà). Fonte: CdS