Paolo Condò, giornalista Sky, ha parlato ai microfoni di Radio Punto Nuovo, alla trasmissione di Umberto Chiariello, Punto Nuovo Sport Show. “Ho detto semplicemente che siamo sempre portati a dire i soliti luoghi comuni. Non è vero che in finale arrivano sempre le solite 5-6 e l’anno scorso è stato tutto smentito, vedi Ajax e Tottenham. Il fatto che il Napoli sarebbe arrivato in finale, l’ho detto prima della partita. Cos’ha il Tottenham dell’anno scorso, in più del Napoli? 2-3 campioni e guidati da un allenatore molto bravo, se Pochettino è uno degli emergenti, Ancelotti è emerso da tempo. Se il Tottenham ci è riuscito l’anno scorso, non vedo perché il Napoli dovrebbe porsi dei limiti, è una squadra che sul doppio confronto può reggere il passo con tutti. Quando ingaggi un allenatore che ha già vinto tantissimo e ne ha viste di tutti i colori. L’avventura napoletana di Ancelotti si sta svolgendo nella maniera prevista: primo anno confermando il secondo posto. La campagna acquisti ha dato grande profondità al Napoli, sfruttandolo già nelle prime giornate. Llorente subentrato, un assist ed un gol in due partite, è una grande aggiunta. Guarda caso, dove giocava Llorente l’anno scorso? Nel Tottenham. Se ricordate, una volta le coppe europee avevano un copione scritto: andavi in trasferta e ti difendevi come un matto, al ritorno andavi all’attacco approfittando del fattore campo. Nel corso del tempo, quest’abitudine si è persa moltissimo, adesso tutti vanno a giocarsi la partita ovunque siano. Lo Slavia Praga è venuto ad imporre il suo gioco all’Inter che è rimasta sorpresa. Ha dominato la partita, abbiamo esultato al pareggio di Barella, ma a mente fredda, anche Conte ha ammesso gli errori dei suoi. Secondo voi l’Atalanta andrà ad attaccare il Dinamo Zagabria? Anche il Napoli l’anno scorso attaccò dall’inizio alla fine, a Parigi meritò di vincere. In europa si gioca così, la Champions a livello di business è diventato il più bello spettacolo. Ricordo un Inter a Valencia che fece gol Ventola dopo 3′ e non uscì più in aria di rigore, portò a casa la partita. La partita che ricordo con più piacere ed emozione è la semifinale dell’europeo 2000 ai rigori di Olanda-Italia, non uscivamo mai dall’aria piccola. Questo calcio non esiste più, si tende ad offendere adesso”.