Ancelotti, i moduli, i cambiamenti del pallone e della sua tattica, la proposizione. Ciccio Marolda dalle pagine del CdS scrive: “Don Carlo l’evoluzionista. L’antropologo del pallone. L’allenatore che potrebbe starsene comodamente a lucidare il proprio vincente e doratissimo passato e che invece si dà da fare
E allora, per vincere devi calarti in questo cambiamento e cavalcarlo e dominarlo badando a non restare troppo dietro gli altri. E’ qui che don Carlo voleva andare a parare quando, qualche giorno fa, ha detto che lui col quattro-due-tre-uno non ci ha mai giocato. A molti è sembrata una insopportabile bugìa, eppure nelle sue parole c’è del vero. Intanto, perché, come vuole l’evoluzionistica teoria, i moduli, le formule numeriche riguardano soltanto la fase difensiva e mai quella d’attacco; poi, seconda cosa, perché quando si è padroni del pallone tutto cambia e non è più la posizione in campo a determinare il ruolo d’un calciatore, ma i compiti che gli toccano nel momento della cosiddetta “transizione”; ovvero del passaggio dalla fase passiva a quella attiva che dev’essere sempre assai veloce. Insomma, per gli evoluzionisti del pallone a dare un’identità a una squadra non è più quella formula di tre o quattro
E così si spiega pure la ragione per cui Ancelotti – pure contro il Liverpool – vede bene Fabian mediano accanto ad Allan. Questione di posizione, di qualità e non di ruolo. Già, ma riuscirà don Carlo a cambiare anima e principi della squadra? Altro che Liverpool, è questa la sua vera, grande sfida”.
Fonte: CdS