Luca Palmiero, nuovo play bianco-azzurro, secondo il Corriere dello Sport, perciò si appresta a tornare a Cosenza, da ex, con la serenità di chi ha iniziato un nuovo percorso da proseguire senza rimpianti e/o tentennamenti, nonostante qualche cuore spezzato, visto che lì era diventato un reuccio.
«Quale accoglienza? Non so – risponde ad una diretta facebook su un quotidiano locale – ovvio che preferirei gli applausi, però può anche darsi che mi fischino, perché il tifoso a volte ragiona di pancia. In ogni caso non cambierebbe l’affetto che nutro verso quella piazza. Lì ho passato due anni splendidi, prima con la promozione in B, a 15 anni di distanza dall’ultima volta, poi con una salvezza contro ogni pronostico. Insomma, un’esperienza indimenticabile. Infatti, so già che all’entrata in campo proverò un’emozione fortissima. Tuttavia il calcio è fatto di scelte che vanno rispettate e … io ho scelto Pescara».
Cosa lo abbia spinto a spostarsi in riva all’Adriatico è presto detto. «Beh, Lorenzo Insigne quest’estate (erano insieme nel ritiro del Napoli a Dimaro, ndc), mi ha invogliato parecchio dicendomi: “non ci pensare neanche un minuto, vai subito!”. Ma tanto io avevo già le idee chiare. Ho scelto Pescara perché è una piazza importante, che ultimamente ha fatto anche la serie A e potrà darmi la giusta visibilità, così come è successo con tanti altri giocatori di prospettiva che mi hanno preceduto e si sono affermati: qui c’è la piattaforma ideale per il salto di qualità».
Parole che faranno sicuramente piacere al presidente Daniele Sebastiani, ma che avranno bisogno del riscontro sul campo. A favore di Palmiero, comunque, giocano almeno un paio di fattori: qualità e umiltà. Nella prima casella si possono inserire requisiti di tecnica pura, geometria e intelligenza calcistica, nell’altra tanta tanta voglia di arrivare, ma … con il giusto approccio. «Io sono un calciatore napoletano (un po’ atipico, a dire il vero, visto che non crede troppo nella scaramanzia, ndc), di proprietà del Napoli, quindi è ovvio che il mio sogno sia quello di vestire la maglia della squadra della mia città. Però non mi illudo, perché quest’estate sono stato in ritiro con gli azzurri di Ancelotti e ho capito … che non sono ancora pronto. Perciò voglio proseguire il percorso di crescita, ma so anche che … il futuro è adesso! Cioè, se voglio avere prospettive concrete devo dimostrare ora, con la maglia del Pescara, di poter aspirare a trasformare il sogno in realtà»
Dunque, bando alle fantasie e testa al presente, con il nuovo regista biancazzurro (che ha raccolto la pesante eredità di Gaston Brugman, passato al Parma) concentrato solo sulla sfida del “San Vito-Marulla”. «Conoscendo bene mister Braglia – conclude – posso immaginare cosa ci aspetta, cioè un Cosenza aggressivo e intenso. Da parte nostra dovremo cercare di applicare i dettami di mister Zauri, un allenatore che ha concetti e idee chiare che noi calciatori dovremo essere bravi a trasferire in campo». Non resta che attendere domenica per sapere come andrà.
La Redazione