A Tampere, tra una sauna pubblica e una visita al museo Lenin (sì, proprio Vladimir Ilyich Ulyanov), puoi salire in cima a Pyynikki, curiosa onomatopea che indica la più grande cresta di ghiaia al mondo formatasi nell’era glaciale (quando si dice il quaternario da queste parti…), e da lì buttare uno sguardo oltre i grandi laghi Näsijarvi e Päyhjarvi, fino alla vicina Nokia (se vi dice qualcosa, telefonate…). A Tampere devi piuttosto giocartela con Pukki, a sentire Jorginho (che lo ha da poco incontrato in campo in Premier, Norwich-Chelsea 2-3, battendolo ma vedendolo segnare), una sorta di centravanti perfetto, con e senza palla, dentro e fuori l’area di rigore. A Tampere soprattutto l’Italia vuole virtualmente chiudere il discorso qualificazione, con la sesta vittoria su sei partite, allungando il record in materia stabilito a Erevan. La Finlandia però è lì, incredibilemente a -3, come conferma il Corriere dello Sport, avendo infilato, dopo il k.o. con gli azzurri a Udine, 4 vittorie di fila, subendo 0 reti, dopo i 2 presi da noi, che ne fa la difesa meno battuta a pari di quella della Nazionale. Per questo Mancini è stato ancora più abbottonato del solito in materia di formazione: «Che posso dire? Ho due allenamenti, uno tra poco, l’altro domattina (oggi, ndi). In Armenia è stata dura, abbiamo fatto un lungo viaggio. Voglio capire bene come stiamo». Unico indizio che vale una prova: «Pellegrini lo vedo centrocampista». E con questo il centrocampo è fatto: Sensi per lo squalificato Verratti e il romanista per l’ex cagliaritano, non al meglio, come visto nell’Inter.
La Redazione