La nemesi dello Stadium, quella sorta di mano invisibile che in 496 giorni ha trasformato Kalidou Koulibaly in una sorta di eroe dei due mondi – quello del trionfo e quello della disfatta -, ha rubato letteralmente la scena alle altre scene. Ovvero, maledetta sfortuna e maledetto autogol: sì, ma quanta disattenzione tra Fiorentina e Juventus. Non da lui, neanche un po’, neanche una briciola: un po’ sfasato, fuori posizione, stranamente impreciso. Capita? Capita, altroché, niente paura o drammi sportivi tante è che compagni e tifosi lo hanno sommerso d’affetto vero. Il fatto, però, secondo il CdS, è che lui ha abituato tutti a standard spaventosi: colpa sua, diciamo così, se certi errori e certe disattenzioni fanno notizia; colpa sua se la fama e una forza spaventosa l’hanno ormai catapultato sulla cima dell’Olimpo. Fino al podio dei più grandi difensori del mondo intero e in vetta alla classifica delle valutazioni: 90, i milioni di euro offerti prima dal Real e poi dallo United; 150, e dunque il valore della clausola rescissoria, la richiesta del Napoli. Roba (e ingaggi) da far girar la testa. Mostri del mercato per un atleta mostruoso: quello stesso che Ancelotti spera di ritrovare implacabile, secondo tradizione, con la Samp e soprattutto con il Liverpool. Sì: la rinascita di settembre è troppo, davvero troppo importante per il futuro della squadra.
La Redazione