Il rapporto tra Ancelotti e Insigne è come una corsa sulle montagne russe

Tra i due non è iniziata benissimo ma col tempo le cose sembrerebbero essere cambiate
UP & DOWN

I 45 minuti dell’Allianz di sabato sera non hanno intaccato le certezze di Insigne: il 4-2-3-1 è l’abito tattico perfetto per le sue esigenze. Nell’annata appena andata in archivio, si è ritrovato a partire con un baricentro più basso, quasi a fare il laterale di centrocampo, lasciando l’esterno della fascia al terzino, perdendo il riferimento della linea, più lontano dalla porta: un qualcosa che, davvero, non riusciva a sentire come propria. Contro la Juve, però, lo score è stato piuttosto scarno, in linea con il primo tempo della squadra: appena due conclusioni provate, nessuna verso lo specchio della porta, solo un dribbling riuscito sui 4 tentati, un solo contrasto per il recupero portato a termine. Evidente che il risentimento ai flessori di una gamba già colpita dallo stesso problema negli ultimi mesi può aver inciso, in un momento della stagione nel quale la condizione non può essere al top. Nello spogliatoio dell’Allianz lo stesso Ancelotti ha percepito la difficoltà del suo capitano ed ha fatto virare la sostituzione con Lozano, spostando da Zielisnki ad Insigne l’uomo che è rimasto negli spogliatoi. La sensazione netta è quella che il tecnico continuerà ad insistere sul 4-2-3-1 alla ripresa con la Samp anche per consentire ad Insigne di continuare ad esprimersi sui livelli di Firenze.


QUESTIONE DI FEELING

Un rapporto, quello tra Ancelotti ed Insigne, che si è cementato nell’arco dei mesi: anche se non era partito benissimo, con tanto di sirene d’addio che si sono fatte sentire per qualche tempo. L’incontro della svolta a casa del tecnico al termine dello scorso campionato, il lavoro di moral suasion (persuasione morale) svolto da Mino Raiola hanno ribaltato qualche idea sviluppata troppo in fretta: lo dimostra l’acquisto di Lozano, che può giocare a destra o al centro.

Fonte: Il Mattino

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