La storia tra Icardi e l’Inter è destinata a finire, già dallo scorso febbraio quando la società meneghina tolse ufficialmente la fascia di capitano all’argentino per consegnarla a Samir Handanovic. A questo punto tra l’entourage di Icardi e la società nerazzurra i rapporti sono molto tesi, al punto di non escludere addirittura le vie legali se il calciatore venisse escluso dalle liste di Serie A e Champions League. L’avvocato Roberto Afeltra in merito alla vicenda si è espresso così: “Credo che l’attaccante non abbia nessuna possibilità di ottenere la risoluzione contrattuale. Escludere Icardi dalle liste di A e Champions è un errore che l’Inter non dovrebbe commettere. Icardi è un professionista e se il club convocasse un ragazzo della Primavera al suo posto si esporrebbe a una possibile battaglia legale. Nei contratti con prestazioni corrispettive, quando uno dei contraenti non adempie le sue obbligazioni, l’altro può a sua scelta chiedere l’adempimento o la risoluzione del contratto, salvo, in ogni caso, il risarcimento del danno. La giurisprudenza è cambiata quando il numero di panchinari è salito a 12. Se Icardi va in tribuna devono esserci 12 professionisti in panchina, altrimenti non è più una scelta tecnica. Icardi non ha partecipato al “Summer Tour” in Asia per proseguire il percorso di ricondizionamento atletico. Se le cose stanno così il club non rischia nulla. Anche Nainggolan è fuori dai piani societari, ma sta bene fisicamente e in tournée ci è andato. Escluderlo sarebbe stata una violazione. Dire pubblicamente che un calciatore è fuori dal progetto non diventa automaticamente motivo di risoluzione contrattuale. Icardi dovrebbe dimostrare che l’Inter vuole pregiudicare la sua carriera. Il mobbing? Significa svalutare le qualità di una persona o il suo lavoro. Nel calcio non esiste. C’è l’adempimento o il non adempimento degli obblighi contrattuali”.