Non solo al Napoli succede. C’eravamo illusi, ma se la Premier paga il doppio….

Ci eravamo illusi che il potere seduttivo dei grandi allenatori potesse all’improvviso ridurre lo storico gap economico tra noi e quelli lì, cioè gli inglesi in prima battuta e gli spagnoli in seconda. Certo, l’uomo giusto sulla panchina giusta aiuta ad affascinare: James Rodriguez, per esempio, sapeva e sa ancora di potersi fidare di Carlo Ancelotti che gli offre un posto nel suo Napoli; Romelo Lukaku sa che Conte lo avrebbe voluto già ai tempi del Chelsea, e tanto gli sarebbe stato sufficiente per accettare un ritocco al ribasso dello stipendio. L’uomo giusto sulla panchina giusta aiuta, eppure non basta. Perché a un certo punto quella stima professionale e quelle lusinghe tratteggiate sulla lavagna tattica (in questo calcio dei geometri, a tutti piace sentirsi al centro del “progetto”) devono necessariamente tradursi in un bonifico con tanti zeri. Che accontenti il giocatore ma anche tutti quelli che devono dire di sì: l’altro club e pure chi deve prendere la sua percentuale per la mediazione tra le tre parti. Oneri accessori spesso salatissimi ma legittimi, a patto che non si sconfini palesemente in casi di TPO, di cartellini controllati da terze parti. Ma questa è un’altra storia.. Fonte: Cds

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