Fino a 16 anni, la “perla nera” che De Laurentis vuole regalare a Carlo Ancelotti, magari in coppia con James Rodrigues, giocava tra i pali. «Avevamo bisogno di un portiere e Nicolas se la cavava bene. Era il migliore in quel ruolo», ricorda un suo ex compagno, ai tempi in cui il “petit Nicolas”, come lo chiama affettuosamente il presidente del Lille Gérard Lopez, giocava nel Fc Solitaires Paris-Est, squadra dilettantistica. Quando frequentava la scuola media Georges-Rouault, nell’amato diciannovesimo arrondissement (il numero 19 sulla maglia è un omaggio al suo quartiere), fu scartato dalla squadra che oggi è la principale concorrente del Napoli per il suo cartellino: il Psg. Ma dopo anni di alti e bassi nelle divisioni minori, il suo destino incrocia quello di Marcelo Bielsa, che dopo averlo visto fare grandi cose a Angers, lo chiama a Lille. “El Loco”, però, lo mette falso nueve: non è il suo ruolo. E infatti farà solo 3 gol in 12 partite. La benedizione arriva con il cambio di panchina: Christophe Galtier sostituisce Bielsa nel dicembre del 2017, e riposiziona Pépé nel suo ruolo preferito. Da esterno, torna a splendere e a mettere in luce il suo dribbling esplosivo, segna e fa segnare con una facilità disarmante, e a inizio 2019 il presidente del Lille sa già che non potrà trattenerlo per un altro anno. Da adolescente, nonostante i suoi compagni lo costringessero a giocare in porta, era sempre a uscire dai pali e andare a fare gol. “Quando vincevamo con tre gol di scarto, si toglieva i guanti e finiva la partita in campo”, ha raccontato al Parisien Mamadou, il suo ex allenatore, prima di concludere: “Mi ricordo che durante un torneo u13 era stato eletto miglior giocatore e anche miglior portiere! Era già incredibile”. Fonte: Cds