A Maurizio De Giovanni gli è venuta voglia di scrivere una lettera a Wanda Nara e Mauro Icardi. Un po’ per esprimere comprensione, un po’ per solidarietà, molto per convincerli che Napoli è vicina. E che seppure fosse lontana varrebbe comunque la pena mettersi in viaggio. Poi una lettera non è necessario scriverla. Si può anche raccontarla. Ce la racconta.
De Giovanni, Icardi al Napoli è una buona idea?
«Una grande idea».
Per chi?
«Per tutti. Per lui, per la sua famiglia e per il Napoli. Ma cominciamo dall’inizio».
Prego.
«Cari Wanda e Mauro, non è una cosa bella ciò che vi è successo. Anzi, è una cosa brutta. Però naturale».
Cioè?
«Quando vengono a mescolarsi l’ambito professionale e quello personale i rapporti si guastano. Questa è l’idea che mi sono fatto. E se accade, allora l’interruzione del rapporto tra un giocatore e una squadra diventa inevitabile. Non bisognava arrivare a quel punto, tra Icardi e l’Inter. Se ci si fosse accorti prima di quello che stava succedendo non si sarebbe giunti né al decremento del valore del giocatore né allo stallo attuale. Non conveniva a nessuno. Se siamo a questo, evidentemente la situazione si era deteriorata oltre il punto di non ritorno».
Tuttavia i primi a mischiare affari e famiglia sono stati gli Icardi.
«Sì, ma questo non dovrebbe essere un fattore rilevante. Come non dovrebbe esserlo il fatto che l’agente di Icardi è una donna. Neppure in un mondo maschilista quale il calcio ancora è. Semmai potremmo avviare una discussione sul potere che hanno acquisito i procuratori. Io credo che in effetti l’essere donna e moglie da parte di Wanda non sia stato importante. Abbiamo semplicemente un procuratore entrato in urto con il club. Invece è brutto quanto accaduto tra la persona di Mauro Icardi e l’Inter. Un tramonto dei sentimenti reciproci».
C’è una certa freddezza nella gestione degli uomini, l’opposto di quanto accadeva con Moratti.
«Il calcio cambia. Guardate Sarri, per anni simbolo della ribellione al potere e adesso lì, dove il potere ha sede. Capisco sia stato un colpo per i tifosi del Napoli. Il professionismo è così. Certo per chi fa un passo del genere, allenatore o giocatore, il primo errore, la prima sconfitta diventano difficili da assorbire».
Continua
Fonte: Cds