BOOM ISTANTANEO. Capace cioè – nella stagione 2016/17 – di risultare immediatamente devastante con quei 7 gol (4 in campionato e 3 nel girone di Champions), d’imprimere un solco profondo dopo aver addirittura bypassato quel periodo d’ambientamento di norma inevitabile. Un, due e (nemmeno) tre: Milik fu acquistato il 2 agosto del 2016 per 33 milioni versati all’Ajax, ed il 27 dello stesso mese ne avrebbe fatti persino due al Milan. Semplicemente strabiliando. Per poi rifarlo ancora, e ancora. Dopo di che il buio più assoluto. Ricacciato in quel maledetto buco nero da una prima rottura del crociato (in nazionale, contro la Danimarca) risalente all’8 ottobre 2016, per poi ripiombare nell’abisso a distanza di meno di 12 mesi (stesso infortunio, ma in campionato contro la Spal, ed all’altro ginocchio, il destro). Con la certezza che due stagioni così (le prime), trascorse fra riabilitazioni e riapparizioni sminuzzate in campo, hanno fatto sì che del vero Milik si avesse solo una percezione, per giunta molto limitata.