Napoli, un cantiere aperto in cui si attendono i capo-mastri

Un passo falso che vuol dire sconfitta e che brucia. Però il Napoli sceso in campo ieri al Comunale di Carciato, al cospetto di quasi tremila spettatori sparpagliati tra le tribune e il prato, non è neanche la controfigura di quello che dovrà affrontare la stagione. Mentre è senz’altro buona la prima del Benevento di Inzaghi ed è emozionante   la prima di Maggio da grande ex: De Laurentiis gli rende omaggio con una maglia azzurra con il numero 308, cioè le sue presenze con il Napoli. La partita, Ancelotti la apre e la chiude con un 4-2-3-1, una conseguenza di quanto visto nell’ ultima parte della stagione passata. Ciò che appare chiaro è che il Napoli è un cantiere aperto, apertissimo, in cui non lavorano ancora Meret, Ospina, Hysaj, Mario Rui, Chiriches, Koulibaly, Manolas, Fabián, Allan, Zielinski, Ounas, Mertens, Milik e Insigne. Dei big, insomma, solo Callejon, il migliore, nonché autore della prima rete stagionale; Maksimovic, protagonista del liscio in area che Coda bacia con l’1-1; il neo acquisto Di Lorenzo, dentro nella ripresa; Karnezis, Malcuit, Luperto, Ghoulam e Younes, ispiratore di José-gol. E ancora: Tonelli, Rog e Verdi, prossimi alla cessione, e poi i giovanotti Gaetano e Tutino (unica punta).

CdS

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