James Rodriguez è stata la prima Idea, nel gennaio scorso, che Carlo Ancelotti ha lanciato lì, sulla propria scacchiera: un re da sistemare in un mosaico già costruito ed educato a propria immagine e somiglianza. E poi si sa come vanno le cose, parte una telefonata e poi un’altra e un’altra ancora, sino a quando non si dà vita ad una trattativa, anche attraverso Jorge Mendes, che possa introdurre ad un domani. L’Atletico Madrid è diventata una presenza «inquietante», dev’esserlo per forza un club con quella statura, però non abbastanza da allarmare, da distrarre, da preoccupare o da togliere il sogno: la forza, in questa attesa che non dipende da nessuno, se non dal Real Madrid che fa il proprio gioco e cura i personalissimi interessi, è il rapporto tra gli Ancelotti, e quindi padre e figlio, e quel genietto sudamericano che si è promesso. Fonte: Cds