Tutti pazzi per Buffon. Un anno dopo, l’amore del popolo bianconero è immutato

«Gigi è uno di noi» è il coro che unisce Torino e Milano nel giorno del ritorno ufficiale del portierone alla Juve.

Il rientro “a casa” del campione è stato un bagno di folla e di affetto, prima alla Continassa, dove Buffon in mattinata ha svolto le visite mediche e poi firmato il contratto di un anno con cui chiuderà la carriera (ingaggio di 1,5 milioni più bonus), e poi nel capoluogo lombardo, dove è stato protagonista dell’inaugurazione del nuovo store del club.  

 

NUOVO SENTIERO.

«Questa è una delle giornate più belle e felici della mia vita e oggi ho avuto la conferma che la vita è incredibile e che vale la pena di sognare ha esordito Gigi sui social -. Ho deciso di tornare. Perché quando la tua famiglia chiama non si può non rispondere “presente”. Inizia un nuovo sentiero del mio lungo viaggio. Torno nel luogo che da sempre amo definire “casa” e lo faccio con immutato coraggio, sconfinato affetto e incredibile determinazione. È un nuovo inizio. Per certi aspetti diverso da ciò che è stato, ma ricco delle stesse emozioni e della stessa gioia. Torno a Torino perché so di poter essere utile. Torno perché l’invito di una Signora non si può rifiutare. Torno perché questa è casa mia!».

EMOZIONE FORTE.

Il grande interrogativo è: come è potuto accadere un ritorno così clamoroso? Buffon, abbronzato e raggiante, spiega: «E’ incredibile, è la dimostrazione che nella vita può veramente capitare di tutto, ma questa possibilità non l’avrei presa proprio in esame. Invece è accaduta e ritengo che sia la più bella, la più emozionante, visto che per il finale della mia carriera avrei voluto cercare un’emozione forte e più forte di questa direi che non ce n’è. La verità è che voglio giocare un altro anno e provare emozioni forti». Gigi è carico a mille: «Non ho un sogno ben preciso, ma ho tanti obiettivi. Innanzitutto celebrerò le nozze d’argento con il calcio, 25 anni credo ad alto livello. Poi gli obiettivi: il record di presenze in campionato (è a meno sette dalle 647 di Paolo Maldini, ndr), il decimo scudetto con la Juve, la settima Supercoppa italiana». E poi c’è la Champions League: «Non l’ultimo degli obiettivi – sorride – ma non puoi basare una stagione solo su un traguardo perchè ci sono realmente sei-sette squadre che hanno le tue stesso intenzioni».

PER DARE.

«Non sono qui per togliere qualcosa a qualcuno ma per dare il mio contributo». Il riferimento è al numero 1 e alla fascia di capitano «che Szczesny e Chiellini mi hanno subito offerto». «Li ringrazio – dice Gigi –, ma penso che il numero uno debba essere sulle spalle del portiere titolare e che Giorgio debba continuare il suo percorso e sono orgoglioso di averlo come capitano. Io sono qui per farmi trovare pronto quando ci sarà bisogno. Io non sono qua per il minutaggio o per guardare quanti secondi sto in campo; alla Juve ci sono gerarchie stabilite, il titolare è Wojciech, ma se ci sarà bisogno di me sarò pronto». Buffon vestirà il numero 77, «perchè rappresenta la mia storia e perché a Parma mi ha portato fortuna», e farà il vice di Szczesny. Una primizia in 25 anni di carriera. «Cercavo emozioni nuove e anche un’esperienza nuova, che non ho mai fatto. Partiamo dal presupposto che soltanto per la Juve avrei preso in considerazione una prospettiva simile e sono felice di averlo fatto. Non avrò nessun tipo di problema perchè penso di essere una persona leale e affidabile e se prendo un impegno è quello fino alla fine. Ho voluto pensarci prima di dare una risposta. Non appena ho creduto che potesse essere il finale giusto della carriera ho deciso. Uno come me non può mai dire di no alla Juve».

 

SARRI.

In panchina Gigi troverà una novità: Sarri. «Ci siamo sentiti, mi ha fatto una bellissima impressione. Ho seguito anche la sua conferenza e ha dimostrato di essere una persona intelligente che sa stare a determinati livelli». E poi stavolta Ronaldo lo avrà come compagno di squadra e non come avversario: «Mi ha fatto soffrire tanto, speriamo di gioire insieme, sarebbe veramente bello. È bellissimo perché negli ultimi anni ho avuto la possibilità di giocare con Neymar e Mbappè, ora con Cristiano: chiudere così una carriera importante, è un regalo fantastico che la Juve mi ha fatto». Gigi torna in bianconero quando Totti e De Rossi lasciano la Roma: «Dispiace perchè sono i simboli della Roma, credo che comunque il cordone ombelicale non si spezzerà mai». 

Fonte: Cds

 

 

 

 

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