Qui Roma, dove aspettano Fienga (il Ceo giallorosso) e Chiavelli (l’ad azzurro), a voi Montecarlo, dove invece ci sono Manolas, Raiola e Giuntoli, che ha per protesi un cellulare, collegato in diretta con Ischia, dove c’è De Laurentiis: è, praticamente, una call conference, per aggiornare sui passaggi (e sulle difficoltà) legate ai diritti di immagine e ai dettagli di un affare che può scivolare via o anche no, che fa sudare più dei quaranta gradi, perché in fin dei conti le differenze sono minime ma sembrano insuperabili. Nel contratto va inserito di tutto, il Napoli è stato chiaro e Raiola, che conosce quelle trentasei pagine avendo in procura Insigne, però dondola su posizioni diverse: c’è una forbice di settecentomila euro all’anno sull’ingaggio, per cominciare, e poi il resto. E’ una sottile, come riporta il CdS, poi amichevole guerra di nervi che svanisce nel buon senso con la prima frescura e una lozione di greco: 4 milioni con bonus a Manolas e ormai d’azzurro vestito nel suo principesco quinquennale.