Da oggi inizia la campagna acquisti del Napoli e con l’arrivo di Di Lorenzo e Manolas sta costruendo la squadra per rafforzare la compagine di Carlo Ancelotti. Il Roma ha intervistato l’ex tecnico degli azzurri e dell’Udinese Gigi De Canio.
Sarri, i nuovi acquisti a confronto, tanto, tantissimo materiale per non restare delusi. Lo sa anche mister Luigi De Canio, che ha le idee chiare. Ci sono i presupposti per vedere un campionato più competitivo il prossimo anno? «Penso di sì, perché Napoli e Inter possono fare meglio dello scorso anno. Il Napoli ha già fatto bene, però sembra possa migliorare ulteriormente la sua forza e, visto il mercato di entrambe, ci sarà da divertirsi».
La Juve è sempre più avanti? «Sì, abbastanza. Questo perché la rosa è comunque più completa delle altre, lo dicono anche i risultati. C’è più completezza anche di esperienza, di forza societaria e per cui è sicuramente più avanti. Anche se c’è l’incognita Sarri».
L’arrivo di Sarri cosa porterà? «È chiaro che cercherà di portare la propria idea di calcio, che sarà comunque un cambiamento in casa Juve. Quindi è da vedere se arriveranno risultati come negli scorsi anni. Difficile possa far meglio, se vince fa come gli altri».
Come percepisce lei, da allenatore, la scelta di Sarri di andare alla Juventus, dopo quanto detto e quanto fatto a Napoli? «Sarri ha dato tanto, ma ha soprattutto ricevuto tanto, forse più di quanto abbia dato. Abbiamo visto belle partite sotto la sua gestione a Napoli, ma è accaduto anche con Mazzarri, con Benitez. La squadra che lui ha utilizzato è quella creata dallo stesso Benitez. Detto questo, Sarri è un professionista e come tale deve andare dove pensa di poter ottenere i migliori risultati, su questo non ho dubbi. Poi alcune esternazioni in passato poteva risparmiarsele. In questo credo abbia mancato di esperienza. Non sono state uscite molto pertinenti, a volte, quelle di parlare di fatturato, vantaggi, svantaggi, ecc. È comprensibile comunque perché Sarri si è ritrovato improvvisamente catapultato dai campionati minori ad una realtà importante come quella di Napoli, che già prima di lui era stabilmente ai vertici del calcio italiano. Con Benitez infatti ha vinto una Coppa Italia e una Supercoppa Italia, anche con Mazzarri una Coppa Italia. A parte queste considerazioni, bisogna vedere come potrà essere l’approccio di Sarri ad una società totalmente diversa in termini di filosofia e quanto ci metterà per riuscire ad incidere. Non sarà facile. Questo renderà il campionato più interessante».
Come si giudica la prima stagione di Carlo Ancelotti? «Ancelotti è un grandissimo, uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio. Ha accettato con grande serenità, si è messo in gioco, in discussione. È andato a Napoli e lì si è visto ancora lo stile, dato che non ha mai avuto frizioni con la società. Ha valorizzato e valutato tutta la rosa nel suo primo anno, arrivando comunque secondo – pur con qualche difficoltà, dato che qualche giocatore non ha reso come ci si aspettava – però era accreditato ad inizio stagione al quinto posto, ma si è mantenuto in scia Juve, distanziando l’Inter. Tutto questo lo ha fatto valorizzando tutta la rosa, per avere anche un’idea precisa del valore dei giocatori a disposizione e dare anche la soddisfazione ad una società che ha operato e far capire il valore degli investimenti fatti. In questo modo ha la possibilità di potersi porre con il presidente in maniera un po’ più forte, perché oggi la società ha una consapevolezza di quello che è il reale valore dei giocatori presenti in rosa; mentre in passato la società spendeva dei soldi ma non aveva la reale percezione di quello che valessero questi calciatori. Questa è una vittoria di Ancelotti nel suo modo di fare, che oggi lo mette nella condizione di dire alla società: “Se vogliamo crescere ed essere competitivi abbiamo bisogno di una certa tipologia di calciatore”. Tutto con lo stesso stile di sempre, senza alzare la voce ed in perfetto accordo con De Laurentiis».
Manolas, James, altri giocatori nel mirino. Il Napoli pensa in grande? «Non è un caso se alcuni giocatori di spessore hanno accettato di vestire la maglia azzurra prima con Benitez ed ora con Ancelotti, perché c’è la garanzia della presenza di un allenatore importante. Se certi giocatori accettano di arrivare a Napoli con un allenatore, una società e dei tifosi di questo genere è perché sanno di poter essere competitivi e possono offrire delle prestazioni di assoluto valore».
Raggiungerà mai la dimensione di un top club europeo? «Non è cosa facile. Bisogna comprendere la propria dimensione ed accettarla. Partiamo dal presupposto che De Laurentiis è da tanti anni che porta il Napoli in Europa, cosa mai riuscita in tanti anni di storia a nessuno in questo club. Per la dimensione stabile di un top club però occorre ancora del tempo, una maggiore organizzazione. Occorre crescere insomma, con il tempo lo si può fare. Per essere un top club all’estero bisogna essere considerati, conosciuti, c’è bisogno che in altre nazioni amino vedere il calcio giocato da questo tipo di squadre. Come detto, ci vuole un po’ di tempo».
La Redazione